giovedì 3 marzo 2022

Infamous - Belli e dannati (Infamous, 2020) di Joshua Caldwell

La giovanissima Arielle, bella, sexy e determinata, vive in una piccola cittadina della Florida e si sente intrappolata nella sua squallida realtà provinciale, tra una famiglia sgangherata, un lavoro da cameriera ed un contesto sociale troppo gretto e limitante per le sue smodate ambizioni di fama, avventura e successo. Dopo aver subito un furto la ragazza si decide a partire a caccia di una nuova vita e si accompagna al biondino Dean, un meccanico balordo con precedenti penali che perde la testa per lei. Tra i due nasce un amore on the road infuocato e pericoloso, tra rapine, scorribande, furti e persino omicidi. Ossessionata dalla celebrità sui social, Arielle riprende col cellulare tutte le sue imprese criminose e le manda in diretta su internet per un numero di followers sempre crescente. Mentre la polizia di diversi stati dà una caccia serrata alla coppia di giovani criminali, un impressionante "esercito" di fans esaltati sparsi per tutta la nazione fa il tifo per loro sui social network e li elegge a nuovi "eroi" ribelli. Questo thriller d'azione scritto e diretto da Joshua Caldwell è un instant-movie immaginario che mescola con giusta fluidità il dramma giovanile, il crime sovversivo, la romance provocatoria e la denuncia sociale, che si rivolge, da un lato, alla mancanza di valori etici di una gioventù di provincia allo sbando e, dall'altro, al perverso meccanismo della ricerca compulsiva di una celebrità virale ad ogni costo, una mania molto diffusa nelle nuove generazioni cresciute tra smartphone e social network, e che qui viene volutamente condotta all'estremo fino a stingere nel grottesco. I celebri "15 minuti", profetizzati da Andy Warhol, sono diventati il modello da inseguire di tanti giovani obnubilati dalla smania dell'apparire, abituati a misurare il valore in base al numero di followers e sempre più schiavi di questo subdolo processo di omologazione che ottunde le coscienze, appiattisce la personalità e svilisce l'indipendenza di pensiero. Il film riesce nel suo intento critico grazie alla credibilità dei personaggi principali ed all'efficace ricostruzione del contesto ambientale, ma paga anche il dazio di una scarsa originalità nei temi e nei modi, oscillando tra echi di Natural Born Killers (1994), suggestioni di Spring Breakers (2012), pathos da True Romance (1993) ed una versione contemporanea di Bonnie e Clyde al tempo dei social. La vera lieta sorpresa è la convincente Bella Thorne, passata di colpo dai panni della ragazzina prodigio targata Disney a quelli della "bad girl" sensuale, trasgressiva, esibizionista e spietata. L'intera pellicola ruota intorno a lei, che se la cava egregiamente, dimostrando il giusto carisma ed un torbido sex appeal che non lascia indifferenti, tratteggiando un personaggio che si erge ad icona inquietante e "maledetta" della social generation. Sognando la California ed inseguendo uno spericolato ideale di libertà ai danni del prossimo, Arielle raffigura un cupo affresco dei nostri tempi, con la bieca ossessione di prolungare i suoi fatidici "15 minuti" di vanagloria attraverso nefaste azioni. E sempre attraverso il vigile "occhio" elettronico di un cellulare, estremo totem di voyeurismo e di vanità.

Voto:
voto: 3/5

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