domenica 4 gennaio 2015

American Hustle - L'apparenza inganna (American Hustle, 2013) di David O. Russell

Irving Rosenfeld è un truffatore incallito che, con l’aiuto della sua donna, l’abile e sensuale Sydney Prosser, mette in piedi un’associazione che opera a danno di disperati indebitati, promettendo grossi prestiti in cambio di piccole somme, senza però mai corrispondere quanto pattuito. Ma sulle loro tracce piomba il pedante agente FBI Richie DiMaso, che li incastra e li convince a collaborare, promettendo l’immunità in cambio di una mega truffa ordita a danno di politici e mafiosi, che dovrebbe portare ad arresti eccellenti. Nessuno di loro ha però fatto i conti con la vulcanica Rosalyn Rosenfeld, moglie di Irving, incontrollabile e imprevedibile, che porterà il caos nel piano scrupolosamente progettato. Ritratto fiammeggiante, nostalgico e visivamente ricchissimo dei favolosi anni ’70, sotto forma di satira grottesca, antirealistica e abilmente costruita sul gusto dell’eccesso, tramite una sceneggiatura solida e dei personaggi tanto adorabili quanto improbabili, che entrano subito in empatia con lo spettatore per l’aspetto bizzarro e le amabili debolezze. Alla maniera tipica del regista David O. Russell, che qui confeziona il suo film migliore per maturità espressiva e coerenza narrativa, il progetto poggia sulle spalle (forti) degli attori, tutti bravissimi, che riescono a rendere perfettamente il fascino ambiguo e la vulnerabilità ammaliante dei personaggi principali, creando così una perfetta sintonia tra pubblico e pellicola. Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, tutti candidati all’Oscar per l’occasione, sono il volto ed il corpo perfetto per l’occasione e ci regalano una performance di altissimo spessore e di variegate sfaccettature, in cui è davvero difficile stabilire chi sia il più bravo. Non esente da ruffianerie ed imperfezioni, il film è una rutilante perifrasi dell’inganno, che ruota intorno all’eterno dualismo tra finzione e realtà e che si concede, senza curarsi affatto della verosimiglianza, il lusso di barare sfacciatamente con lo spettatore in un continuo ribaltone del gioco (doppio, triplo, quadruplo) fino allo sfinimento, tanto atteso quanto esilarante. Divertente, accattivante, pluricandidato agli Oscar con ben 10 nomination (ma rimasto a bocca asciutta), è il manifesto ideale del cinema di David O. Russell: glamour e recitazione.

Voto:
voto: 3,5/5

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