venerdì 16 gennaio 2015

Il pianeta delle scimmie (Planet of the Apes, 1968) di Franklin J. Schaffner

Negli anni ’70 quattro astronauti americani, guidati dal capitano George Taylor, si imbarcano, ibernati, sulla navicella spaziale Icarus alla ricerca di nuovi mondi abitabili. Dopo 18 mesi precipiteranno su un pianeta sconosciuto e selvaggio, popolato da scimmie antropomorfe che sanno parlare e che, dopo averli catturati, li condurranno, prigionieri, nella loro città. Guadagnatosi la simpatia di due scimmie “eretiche”, Cornelius e Zira, bandite dai loro simili, Taylor riesce a fuggire e si mette alla ricerca della fantomatica “zona proibita”, un’area remota del pianeta in cui, secondo Cornelius, ci sarebbero i resti archeologici di una recondita civiltà precedente. Tratto dal romanzo omonimo di Pierre Boulle, è uno dei film di fantascienza più famosi e celebrati, che ebbe uno straordinario successo di pubblico e diede inizio ad una delle “saghe” più lunghe e durature che si ricordino: 4 seguiti, due serie televisive derivate, un remake ed un reboot con relativo sequel. E, probabilmente, non è ancora finita. Interpretato efficacemente dal divo Charlton Heston, in veste anche di produttore, è passato alla storia per il formidabile trucco di John Chambers, che tramutò gli attori in credibili scimmie, e per il famosissimo finale a sorpresa, che è, in assoluto, tra i migliori twist cinematografici di ogni tempo. Sebbene sia una fantascienza chiaramente rivolta al pubblico mainstream, garantisce un intrattenimento avvincente, spettacolare, a tratti moraleggiante, con suggestioni da romanzo medievale ed ambizioni da distopia apocalittica di stampo naturalistico. I risvolti sociopolitici, seppur presenti, sono di grana grossa ma il memorabile finale, con Heston sulla spiaggia, vale, come si suol dire, il prezzo del biglietto. Bella colonna sonora di Jerry Goldsmith, per un film diventato di culto a furor di popolo.
 
Voto:
voto: 4/5

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