giovedì 22 gennaio 2015

Susanna! (Bringing Up Baby, 1938) di Howard Hawks

Il timido paleontologo David Huxley (Cary Grant) è in un momento cruciale della sua vita: sta, infatti, per sposare la sua segretaria e per completare un gigantesco scheletro di brontosauro, al quale manca solo un ultimo ambito osso. Ma la sua esistenza verrà stravolta dall’incontro con l’ereditiera Susan Vance (Katharine Hepburn), donna affascinante e capricciosa, che lo coinvolgerà in una serie di assurde avventure, tra equivoci imbarazzanti e situazioni bizzarre, e mai più nulla sarà come prima. E’ uno dei massimi risultati della “screwball comedy” hollywoodiana, diretto da Hawks con ritmo incessante, messa in scena elegante, situazioni irresistibili, dialoghi scoppiettanti e gag visive di mirabolante carica comica. Costruito su una sceneggiatura follemente irriverente e sul carisma dei due divi protagonisti, di cui il fascino magnetico della Hepburn buca letteralmente lo schermo, è divenuto, nel tempo, un classico della seduzione sofisticata, grazie al suo passo agile, frizzante e leggiadro. L’evidente illogicità di molte situazioni e l’antirealismo dei colpi di scena è funzionale all’atmosfera da “scheggia impazzita” tipica del genere, in cui gli elementi “slapstick” sono bilanciati dall’ironica raffinatezza dei dialoghi che, costruiti sul consueto tormentone, la “guerra” tra i sessi, esprimono, nel sottotesto, una conturbante carica erotica, il desiderio represso dei protagonisti/antagonisti che, al solito, troverà l’immancabile tripudio nell’atteso lieto fine. Il fascino eccentrico del personaggio della Hepburn, costantemente sul filo di una “follia” seducente e disinvolta, ha fatto scuola per le istanze successive del genere. Alla sua uscita fu un clamoroso fiasco, ma il tempo gli ha restituito lo status, meritatissimo, di grande classico e capolavoro del genere comedy. E’ stato il primo film in cui compare la parola “gay” riferita all’omosessualità, in una battuta pronunciata da Cary Grant, anche se il doppiaggio italiano optò per tradurre il termine con un più morigerato “pazzo”.


Voto:
voto: 4/5

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