giovedì 22 gennaio 2015

Sfida infernale (My Darling Clementine, 1946) di John Ford

Wyatt Earp diventa sceriffo di Tombstone e si scontra con il potente Doc Holliday, uomo temuto ed influente della piccola città di frontiera, per l'omicidio di suo fratello James. Ma quando un membro della famiglia Clanton uccide la donna indiana di Doc, i fratelli Earp si schiereranno al suo fianco per affrontare i Clanton in una lotta all’ultimo sangue. Con questa pietra miliare del cinema western, Ford racconta un leggendario episodio storico, tra i più celebrati nella storia del vecchio west: la sfida all’O.K. Corral, in cui furono protagonisti i pistoleri Wyatt Earp e Doc Holliday, personaggi realmente esistiti. Il naturale senso epico dell’autore conferisce alla tragica vicenda una dimensione mitica, da vecchia ballata cantata, con struggente malinconia, davanti al fuoco di un bivacco, sullo sfondo della Monument Valley. E’ un western maturo, complesso, con personaggi tormentati quanto emblematici, dal tono nostalgico ed un’eleganza formale di intensa suggestione evocativa. E’ il migliore tra i western di Ford, quello maggiormente impregnato dello spirito reale della vecchia frontiera e che, più di ogni altro, riproduce lo stile di vita selvaggio con cui i pistoleri rischiavano quotidianamente la vita in quelle terre senza legge. Tutti i temi cari al regista sono presenti in questo film straordinario: dalla nazione americana che pone le sue basi all’ovest, alla cultura portata nelle terre di frontiera dagli attori teatrali (memorabile la scena in cui Doc Holliday recita l’Amleto di Shakespeare), dalla sontuosa raffigurazione dei paesaggi, gli spazi sconfinati che virano nella liricità, alla presenza di figure femminili deliziose, come la maestrina Clementine Carter, alla cui storia d’amore con Wyatt Earp è dedicato il titolo originale del film. Malinconico e solenne, tragico e poetico, questo western imponente è la migliore commistione tra le due anime di Ford: quella dell’enfasi virtuosa, che indulge nell’epica, e quella del lirismo romantico, che ricopre i suoi “eroi” di uno struggente alone di nostalgia. E’ anche una pellicola storicamente cruciale nella filmografia dell’autore, perché rappresenta il passaggio dall’età crepuscolare a quella dell’oro della vecchia frontiera americana, in cui i primi barlumi di civiltà venivano portati dal teatro e dalla religione. Altresì esemplare è il bilanciamento dei toni e dei registri narrativi, come la capacità di passare dall’azione frenetica alla delicatezza della love story tra Wyatt e Clementine, dal patos opprimente della sfida finale, agli inserti distensivi, come il celebre ballo per festeggiare la nuova Chiesa o le scene del teatro shakespeariano. Nel grande cast brillano Henry Fonda, nei panni di un crepuscolare e dimesso Wyatt Earp, e, soprattutto, uno stupefacente Victor Mature, che ci regala una caratterizzazione di Doc Holliday di inusitato spessore: medico, pistolero, malato di tisi e appassionato di poesia. La sparatoria dell’O.K. Corral ha avuto, a parte questo capolavoro fordiano, altre 15 pellicole ad essa dedicate. Tra queste ricordiamo: Sfida all'O.K. Corral (1957) di John Sturges, con Burt Lancaster e Kirk Douglas, Doc (1971)di Frank Perry, Tombstone (1993) di George Pan Cosmatos, con Kurt Russel e Val Kilmer, e Wyatt Earp (1994) di Lawrence Kasdan, con Kevin Costner e Dennis Quaid. John Ford aveva realmente conosciuto il vero Wyatt Earp, sul set dei suoi primi western muti e, secondo la leggenda, il vecchio pistolero raccontava al giovane regista, durante le pause caffè, della sfida (infernale) all'O.K. Corral.

Voto:
voto: 5/5

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