venerdì 9 gennaio 2015

Rush (Rush, 2013) di Ron Howard

Va in scena la grande rivalità sportiva tra due assi della formula uno: Niki Lauda e James Hunt. Fin dai tempi della formula 3 i due si sono sfidati apertamente, dando vita a duelli entusiasmanti e scrivendo alcune delle pagine più belle e pericolose di questo sport, tanto estremo quanto spettacolare. Profondamente diversi tra loro, introverso e metodico Lauda, affascinante e guascone Hunt, erano però uniti dalla comune passione per la velocità e dall’indubbio talento nella guida, sebbene con stili profondamente diversi, in base alla rispettiva personalità. Il culmine della loro sfida è stato nel 1976, con il terribile incidente del Nürburgring in cui il campione austriaco rischiò di perdere la vita, riportando gravissime ustioni irreversibili sul viso e sul corpo. Ma ritornò in pista a tempo di record per non lasciare campo libero all’eterno rivale inglese. L’eclettico, e solitamente compito, Ron Howard si cimenta con un mondo di cui è profano, l’automobilismo, per raccontare un duello sportivo che divenne ossessione e che infiammò il pubblico degli anni ’70. La rivalità tra Lauda e Hunt, intensa quanto breve, segnò un’epoca “eroica” ed irripetibile della formula uno, un’epoca in cui il fattore umano era ancora fondamentale e cuore e nervi contavano quanto motore e pneumatici. Il risultato è un blockbuster energico, anacronistico, appassionante, che sa alternare con maestria la spettacolarità delle scene in pista con quelle di approfondimento psicologico dei due antagonisti. Il cuore del film è nella sfida tra i due, umana prima che sportiva; Howard lo sa bene e ce la racconta, con diverse licenze da “romanzo”, in maniera classica, analogamente a quanto già fatto con quella tra Frost e Nixon. Lo scontro sportivo diventa, quindi, ideologico, culturale, comportamentale, caratteriale. Due campioni formidabili ma opposti, eppure, in qualche modo, complementari: perché entrambi sanno trarre qualcosa dalla sfida con l’altro e la rispettiva carriera non sarebbe stata la stessa in assenza del contendente. Da abile artigiano del cinema americano Howard confeziona un film notevole, a volte grossolano, altre volte superficiale, ma, complessivamente, solido, che sfreccia agilmente a 300 all’ora senza mai sbandare, regalandoci un intrattenimento di qualità, ed un pizzico di nostalgia, fino al traguardo. Belle musiche di Hans Zimmer e buona interpretazione dei due protagonisti, Chris Hemsworth e Daniel Brühl.

Voto:
voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento