venerdì 9 gennaio 2015

Effetto notte (La Nuit américaine, 1973) di François Truffaut

Travagliata produzione cinematografica del film “Je vous présente Pamela” (“Vi presento Pamela”), girato a Nizza, tra incertezze, ritardi e persino la morte di un attore protagonista, che costringe a riscrivere gran parte della sceneggiatura. Le vicende del film s’intrecciano con quelle della vita reale degli attori, il cui rapporto viene cementato dalle difficoltà di lavorazione, al punto di far nascere sentimenti veri. L’ultimo ciak sarà accolto con profonda nostalgia per la fine di un’esperienza collettiva formativa e indimenticabile. Da un grande cinefilo innamorato del cinema come Truffaut, arriva una delle più grandi dichiarazioni d’amore per la settima arte, che massimizza l’utilizzo del metacinema per omaggiarne tutti gli aspetti principali e le fasi del processo realizzativo. Questo celebre capolavoro degli anni ’70, divenuto rapidamente di culto per i cinefili, non è solo un formidabile trattato di tecnica cinematografica ma, soprattutto, un accorato omaggio al cinema, ai suoi personaggi, agli attori, al regista, che qui viene, ovviamente, interpretato dallo stesso Truffaut. Mescolando abilmente le fasi della “vita” degli attori con quelle da loro recitate nel film dentro il film, l’autore traccia un imponente saggio sul processo creativo, accordando stile e cuore per mostrare uno spaccato di un set dal di dentro, evidenziando come, dietro la magia della finzione scenica, se ne può nascondere un’altra, “reale”, che nasce dall’umanità degli attori, dalle emozioni private che divengono sinergia di intenti e producono arte, oltre che vita. Splendida la messa in scena corale per quest’opera elegante e delicata, che rifugge l’enfasi e l’autocompiacimento, abbracciando, piuttosto, un citazionismo colto ricco di suggestioni, che rende omaggio a tantissimi Maestri del cinema mondiale: Welles, Rossellini, Bergman, Buñuel, Godard, Fellini, Bresson, Hitchcock, Dreyer e molti altri. Ammirevole la capacità dell’autore di tenere insieme questo collage di ispirazioni per ottenere una sorta di “sinfonia” complessa che intende offrire, nel sottotesto, un disincantato sguardo sulle relazioni umane, al confine sottile tra realtà e finzione. Non a caso l’effetto notte del titolo è una tecnica che consente di girare scene notturne in pieno giorno, ponendo un filtro blu davanti alla macchina da presa. Il rapporto realtà/finzione è mirabilmente evidenziato nella scena in cui le battute del personaggio di Pamela, scialbe, vengono sostituite dalle parole reali di Julie, l’attrice che la interpreta: “I film sono più armoniosi della vita. Nei film non ci sono intasamenti, né vuoti, né tempi morti. I film avanzano come treni nella notte.” Proprio come accade a questa superba opera di Truffaut, che fu premiata con l’Oscar al miglior film straniero.

Voto:
voto: 4,5/5

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