La missione di Bond è proteggere la bella Elektra, figlia ed erede di un magnate del petrolio che è stato ucciso in un attentato da un terrorista internazionale pluri-ricercato chiamato Renard. Una volta giunto a Istanbul 007 scopre uno sporco complotto di violenza e ambizione per assicurarsi il monopolio energetico tramite un'esplosione atomica nel Bosforo, cambiando così gli equilibri di forze dell'economia mondiale. Con l'aiuto di un avvenente fisico nucleare in gonnella il nostro eroe riuscirà a impedire la realizzazione del losco progetto. Ultimo Bond del vecchio millennio, il terzo, e penultimo, con Brosnan
protagonista. Film incerto, a tratti pasticciato, l’azione è
spettacolare ma esagerata, le nuove frontiere degli effetti speciali
hanno fatto danni anche dalle parti di 007, e sembra di assistere ad un
videogame fasullo e troppo all’americana, nel senso più deteriore del
termine. Sembra ormai chiaro a tutti che anche l’era Brosnan, eletto
troppo in fretta a salvatore della patria, è agli sgoccioli e che ci
vorrà una specie di “miracolo” per adattare la saga alle sfide del nuovo
millennio. Non molto da salvare in questo Bond n. 19, a parte la “Bond
girl”, cattivissima, interpretata dall’affascinante Sophie Marceau che
è, a tutti gli effetti, una coprotagonista. Da dimenticare, invece, la
fugace apparizione della Cucinotta, decisamente fuori luogo in queste
produzioni.
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