L'MI6 di Londra è sotto attacco per opera di una vecchia conoscenza che riemerge dal passato di M: un ex agente, Silva, dotato e brillante, da lei abbandonato anni prima sul campo e ora tornato, in veste di pericoloso terrorista internazionale, per vendicarsi. La sfida tra Bond e Silva sarà senza esclusione di colpi in giro per il mondo e si concluderà a Skyfall, un'antica residenza scozzese, dove ebbe inizio la storia di un piccolo James Bond, orfano tormentato costretto a crescere troppo in fretta. Grande successo di pubblico e critica per questo Bond n. 23, il terzo
con Daniel Craig nei panni di 007, con il brillante Sam Mendes al timone
che sembra voler portare un approccio autoriale in quello che è uno dei
simboli più duraturi del blockbuster seriale. Senza rinnegare quanto di
buono si era visto nel reboot n. 1 (“Casino Royale”) e senza rinunciare
alla consueta azione spettacolare tipica della saga, il regista sposta
l’attenzione sul lato umano, e debole, di Bond, sui legami di sangue,
sul passato che ritorna, sui segreti scomodi. Senza svelare mai troppo,
Mendes ci affascina con un cattivo di spessore, bene interpretato
dall’istrionico Javier Bardem, che fa da contraltare ad uno 007
tormentato e vulnerabile, e non più granitico come un tempo. La
leggerezza dei film con Roger Moore è ormai un lontano ricordo, ma il
pubblico ha gradito moltissimo, al punto che questo è il capitolo che ha
stabilito il record assoluto d’incassi della saga, senza tener conto
dell’inflazione. Ormai il nuovo corso della fortunata serie, Bond 2.0
(come si usa dire di questi tempi), ha definitivamente tracciato una
nuova direzione, più cupa, più umana e più introspettiva. Sarà difficile
far meglio, ma il prossimo “SPECTRE” si è già candidato per tentare di
alzare l’asticella un po’ più in alto. Ci riuscirà ?
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