La giovane Silvia, bella e fragile, deve combattere con i suoi traumi
infantili, derivati dal senso di colpa per la morte della madre, e con
una misteriosa setta, dedita alla magia nera, a cui aderiscono gli
inquilini del suo stabile. Ma è tutto vero o succede soltanto nella sua
mente ? Insolita commistione di psicanalisi, horror, esoterismo e
mistery, con atmosfere surreali di grande fascino estetico, lampi di
puro genio visionario, cadute di stile e momenti macabri di forte
impatto scioccante. Tra Polanski e Argento, senza dimenticare Mario
Bava, Barilli mette in scena uno dei più riusciti horror italiani degli
anni '70, interamente costruito su un apparato figurativo di prim'ordine
che trova il suo tripudio nella raffigurazione straniante ed onirica
del quartiere romano "Coppedè". Notevole il contrasto stridente tra gli
ambienti assolati dell'estate romana e la discesa negli abissi della
psiche vissuta dalla protagonista. Il finale nero e truculento, di
inusitata ferocia ma di ipnotico fascino oscuro e di indubbia valenza
simbolica, è tra i più memorabili nel panorama dello "spaghetti" horror.
Menzione speciale alla colonna sonora di Nicola Piovani, perfetta nel
suo mix tra nostalgico ed angosciante.
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