Cinque rapinatori irrompono nella sede centrale della Manhattan Trust,
si barricano all'interno con una cinquantina di ostaggi e li costringono
ad indossare tute e maschere tutte uguali. Inizia così un lungo braccio
di ferro psicologico tra il carismatico capo dei malfattori ed il
dinamico detective Frazier, messo al comando delle operazioni di
polizia. Ma tutto si complica quando un'abile donna, supportata da
amicizie potenti, interviene nel pericoloso "gioco" per tutelare oscuri
interessi che la rapina potrebbe minacciare. "Caper movie",
energico ed appassionante, firmato da Spike Lee, che abbandona le sue
storie "di strada" per parlarci della medesima miseria morale umana e
dei consueti soprusi a danno dei deboli, spostando però l'attenzione dai
ghetti neri della "Grande Mela" ai colletti bianchi dell'alta finanza
newyorkese. Ma i marchi di fabbrica, il ritmo serrato, i movimenti di
macchina vorticosi, il montaggio frenetico, i dialoghi taglienti, i
personaggi sopra le righe, restano gli stessi. Forte di una
sceneggiatura calibrata (con annesso finale a sorpresa), di una
confezione elegante e di un cast stellare (Denzel Washington, Clive
Owen, Jodie Foster, Christopher Plummer, Willem Dafoe), il regista
afroamericano ci regala il suo film più "mainstream", senza però
rinunciare alla qualità e all'etica sociale tipiche di tutto il suo
percorso cinematografico, riuscendo così ad accontentare i palati di
ogni tipo. Comunque lo si guardi, questo accattivante poliziesco, tutto
giocato sul perfido filo dell'inganno, garantisce ampiamente un
intrattenimento intelligente e si compiace di mostrare, impunemente,
l'atmosfera di divertissement d'autore, che è alla base dell'opera.
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