Guglielmo e Rosa sono una coppia felicemente sposata, che vive a Napoli con due figli e
l’anziana madre di lui. Un giorno un uomo di nome Emilio arriva nell’officina
meccanica di Guglielmo e, quando vede Rosa, riconosce subito in lei una vecchia
fiamma amorosa mai del tutto sopita. L’intruso fa di tutto per sedurla e risvegliare
in lei l’antica passione, ma la donna resiste strenuamente. Tuttavia l’azione
dell’uomo porterà il caos all’interno del nucleo familiare, dando inizio a
tragici eventi, inevitabili quando il marito scoprirà la cosa. Celeberrimo
melodramma popolare di Matarazzo, probabilmente il suo migliore, di certo il
più famoso, che ebbe uno straordinario successo di pubblico (è ancora oggi uno
dei maggiori successi al botteghino della storia del cinema italiano) e lanciò il
duo di protagonisti, Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, come coppia “regina” del
melò italico. Nonostante l’enorme riscontro del pubblico, la critica distrusse
il film (quella cattolica si premunì addirittura di “proibirne” la visione),
accusandolo di aver segnato la morte del Neorealismo, di cui obiettivamente
conserva lo stile, spostando però l’attenzione dalle problematiche di impegno
sociale verso la dimensione privata, familiare, strizzando l’occhio al romanzo
d’appendice con la sua estetica ammiccante e incline al sentimentalismo. Il
tempo ha invece decretato la giusta rivalutazione di un’opera solida e sincera,
istantanea verace di un’Italia ingenua e passionale, appena uscita dalla
catastrofe bellica e carica di quell’entusiasmo vitale che darà poi origine al
boom economico. La più appropriata chiave di lettura del film è quella di un
melodramma fiammeggiante e contrastato, con una forte carica erotica che
striscia maliziosamente sotto pelle e che, probabilmente, fu la vera ragione
del grande successo di pubblico. Da non sottovalutare altresì il possente cuore
della storia, la cui fiera connotazione popolare travalicò i canoni classici
del cineromanzo e le cui torbide passioni aprirono scenari in chiaro scuro
sulla reale tenuta della vita coniugale, in cui la nascita dei figli segna,
inevitabilmente, la fine del desiderio e la trasformazione della passione in
affetto. Tornatore ha reso uno splendido omaggio al film nel suo Nuovo
Cinema Paradiso, evidenziando come il “popolino” ne conoscesse a
memoria tutte le battute, avendolo rivisto più volte in sala. Secondo le stime
ufficiali per Catene furono venduti
più di sette milioni e mezzo di biglietti, ben più di Avatar
di James Cameron che detiene, ad oggi, il primato nazionale del maggior
incasso. Record ovviamente fittizio e poco attendibile perché non tiene conto
dell’inflazione legata alle epoche diverse.
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