giovedì 29 settembre 2016

Vanya sulla 42ª strada (Vanya on 42nd Street, 1994) di Louis Malle

In un vecchio teatro sulla 42ª strada, destinato alla demolizione, un gruppo di attori professionisti stanno facendo le prove per portare in scena la commedia “Zio Vanja” di Anton Čechov. La bellezza del testo in breve conquista tutti gli interpreti, che si immedesimano a tal punto nella storia da rendere attuali (e forse reali) i contrasti e le emozioni dei rispettivi personaggi, interiorizzandoli e adattandoli alla loro situazione personale. Straordinaria opera ultima di Louis Malle (che morì l’anno dopo), che si congeda dal suo pubblico con questa memorabile commedia tragica che intende filmare il Teatro (quello con la T maiuscola), innescando affascinanti riflessioni sul rapporto tra arte e vita, realtà e finzione, persone e personaggi. La natura stessa del progetto è conforme al paradossale “gioco delle parti” sotteso nell’opera: infatti il film è tratto da un’opera teatrale di David Mamet, a sua volta tratta dalla commedia di Čechov. Rendendosi invisibile ma empaticamente vicino ai suoi personaggi, l’autore celebra il potere della recitazione e la forza della parola con classe sopraffina, maturità espressiva e assoluto controllo della narrazione. Notevole la sua abilità nel mantenere in funambolico equilibrio l’acre umorismo e la violenza implosiva presenti nel testo ispiratore e puntualmente ribaltati nella sua rappresentazione scenica, in un gioco di specchi a più livelli di assoluta fascinazione. Da applausi l’intero consesso degli attori, tra cui citiamo Wallace Shawn, George Gaynes, Julianne Moore, Larry Pine, Lynn Cohen, Phoebe Brand. E’ un film colto per cinefili, che potrebbe risultare indigesto al pubblico mainstream, da preferire nella sua versione originale (magari con l’ausilio dei sottotitoli) per le numerose sfumature linguistiche che si perdono inevitabilmente nel doppiaggio italiano.

Voto:
voto: 4,5/5

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