Peppino
Impastato è un giovane ribelle di Cinisi (Palermo), che negli anni ’70 fonda
una piccola radio libera per urlare al mondo tutto il suo disprezzo verso quel
sistema di connivenza omertosa che rende il suo paese, come tanti altri in
Sicilia, succube del potere mafioso. Incurante dei rischi e insofferente delle
ataviche restrizioni sociali che da sempre attanagliano la sua realtà, Peppino
sfida apertamente l’autorità di un padre dispotico, “pesce piccolo” della
mafia locale, ma anche le istituzioni colluse, fino ad arrivare al potente boss
Gaetano Badalamenti, da tutti temuto, che abita a soli cento passi da casa sua.
Appassionato e appassionante dramma storico di Marco Tullio Giordana, degno
erede dei grandi maestri che hanno reso grande il cinema politico e d’impegno
civile del nostro paese. Il bravo regista milanese ci racconta la tragica
storia vera di Giuseppe Impastato, un eroe ribelle vittima della mafia e di
quel sordido intreccio di potere, corruzione e violenza che rende la
criminalità organizzata un cancro inestirpabile del nostro sistema economico.
Mescolando abilmente denuncia sociale, ricostruzione ambientale, indignazione
morale, romanticismo nostalgico, utopie sessantottine, conflitti generazionali,
passione politica e drammatico verismo, l’autore traccia un amaro bilancio (in
perdita) di quella generazione veemente di cui lui stesso ha fatto parte e che
si è vista tarpare le ali di un contagioso idealismo dal cinismo reazionario
dei poteri forti. Impastato diventa quindi non solo un simbolo della lotta alla
mafia ma anche un martire caduto sull’altare del fallimento degli ideali del
’68, mestamente naufragati nello scontro con la dura realtà. In tal senso la
commistione di passione e ideologia che percorre, sostiene ed infervora la
pellicola ne diventa anche il limite, perché assottiglia la lucidità
dell’analisi sociale ed attenua l’efficacia dell’accusa sotto la coltre di un
malinconico sentimentalismo della memoria, che sfocia in un finale retorico in
cerca della scorciatoia lacrimevole. Con minore enfasi e maggior distacco
avrebbe potuto essere un film assai migliore ma, anche così, resta un prodotto
di tutto rispetto, recitato benissimo da un cast eccellente in cui svettano Luigi
Lo Cascio e Tony Sperandeo. Acclamato dal pubblico e da buona parte dei
critici, la pellicola ha avuto l’indubbio merito di riportare sotto i
riflettori la vicenda del giovane Impastato, passata in sordina ai suoi tempi
perché concomitante ai tragici giorni del sequestro Moro.
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