venerdì 2 settembre 2016

I cento passi (I cento passi, 2000) di Marco Tullio Giordana

Peppino Impastato è un giovane ribelle di Cinisi (Palermo), che negli anni ’70 fonda una piccola radio libera per urlare al mondo tutto il suo disprezzo verso quel sistema di connivenza omertosa che rende il suo paese, come tanti altri in Sicilia, succube del potere mafioso. Incurante dei rischi e insofferente delle ataviche restrizioni sociali che da sempre attanagliano la sua realtà, Peppino sfida apertamente l’autorità di un padre dispotico, “pesce piccolo” della mafia locale, ma anche le istituzioni colluse, fino ad arrivare al potente boss Gaetano Badalamenti, da tutti temuto, che abita a soli cento passi da casa sua. Appassionato e appassionante dramma storico di Marco Tullio Giordana, degno erede dei grandi maestri che hanno reso grande il cinema politico e d’impegno civile del nostro paese. Il bravo regista milanese ci racconta la tragica storia vera di Giuseppe Impastato, un eroe ribelle vittima della mafia e di quel sordido intreccio di potere, corruzione e violenza che rende la criminalità organizzata un cancro inestirpabile del nostro sistema economico. Mescolando abilmente denuncia sociale, ricostruzione ambientale, indignazione morale, romanticismo nostalgico, utopie sessantottine, conflitti generazionali, passione politica e drammatico verismo, l’autore traccia un amaro bilancio (in perdita) di quella generazione veemente di cui lui stesso ha fatto parte e che si è vista tarpare le ali di un contagioso idealismo dal cinismo reazionario dei poteri forti. Impastato diventa quindi non solo un simbolo della lotta alla mafia ma anche un martire caduto sull’altare del fallimento degli ideali del ’68, mestamente naufragati nello scontro con la dura realtà. In tal senso la commistione di passione e ideologia che percorre, sostiene ed infervora la pellicola ne diventa anche il limite, perché assottiglia la lucidità dell’analisi sociale ed attenua l’efficacia dell’accusa sotto la coltre di un malinconico sentimentalismo della memoria, che sfocia in un finale retorico in cerca della scorciatoia lacrimevole. Con minore enfasi e maggior distacco avrebbe potuto essere un film assai migliore ma, anche così, resta un prodotto di tutto rispetto, recitato benissimo da un cast eccellente in cui svettano Luigi Lo Cascio e Tony Sperandeo. Acclamato dal pubblico e da buona parte dei critici, la pellicola ha avuto l’indubbio merito di riportare sotto i riflettori la vicenda del giovane Impastato, passata in sordina ai suoi tempi perché concomitante ai tragici giorni del sequestro Moro.

Voto:
voto: 3,5/5

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