martedì 6 settembre 2016

Welcome (Welcome, 2009) di Philippe Lioret

Bilal è un immigrato clandestino curdo di diciassette anni che arriva a Calais (Francia) ossessionato da uno scopo: attraversare a nuoto la Manica per sbarcare in Inghilterra, sfuggendo così ai severi controlli doganali, in modo da raggiungere la ragazza amata, emigrata con la famiglia nel Regno Unito. Iscrittosi in piscina per allenarsi fa la conoscenza di Simon, istruttore di nuoto francese di mezza età e in crisi coniugale con una moglie ancora amata ma con cui non riesce più a parlare. Tra l’uomo e il ragazzo nasce un rapporto di sincero affetto “paterno” al punto che Simon, anche per riscattare i fallimenti della sua vita, fa di tutto per aiutare Bilal nella sua folle impresa. Straordinario dramma di Philippe Lioret, che firma così il suo film migliore, sul tema (delicato quanto attuale) dell’immigrazione e dell’accoglienza. Lucido e teso, sobrio nello stile e incisivo nella messa in scena, appassiona, commuove e convince senza un briciolo di retorica grazie all’estremo realismo delle ambientazioni, alla crudezza delle situazioni, alla potente carica di umanità dei personaggi e ai dialoghi secchi, priva di qualsiasi banalità sentimentale. Anche i silenzi, gli sguardi, i rumori di fondo, la forza minacciosa dei paesaggi riescono spesso ad essere parimenti evocativi, in un film in cui è arduo trovare una nota stonata. La forza caustica della denuncia sociale mossa dall’autore alle ferree leggi stipulate dal governo francese contro l’immigrazione (evidente fin dal titolo amaramente ironico), viene affiancata dal grande cuore che sostiene la vicenda umana alla base della storia, con due protagonisti memorabili, deboli, insoliti, teneri e incredibilmente autentici (interpretati da Vincent Lindon e Firat Ayverdi). Questo capolavoro francese ha avuto un grande successo in patria, ha vinto due premi al Festival di Berlino e molti altri in giro per l’Europa, ma è incredibilmente passato in sordina nel nostro paese. Il suo recupero è d’obbligo.

Voto:
voto: 4,5/5

Nessun commento:

Posta un commento