giovedì 16 marzo 2017

Le conseguenze dell’amore (Le conseguenze dell’amore, 2004) di Paolo Sorrentino

Titta Di Girolamo è un cinquantenne distinto e serafico che vive in un albergo della Svizzera italiana e trascorre le sue giornate tra collaudati rituali: il bar, le sigarette, il consumo sporadico di eroina ed una cortesia schiva che serve a tener lontano il prossimo. Ma l’uomo nasconde un oscuro segreto e, quando la sua facciata di granitico conformismo sarà intaccata dagli sguardi languidi della bella barista Sofia, la situazione si farà presto pericolosa. Il secondo lungometraggio di Paolo Sorrentino è un melodramma raffreddato, raffinato ed asciugato fino all’osso, una sorta di mondo metafisico immerso in un fluido inerte e osservato attraverso il vetro di un acquario. Lo sguardo del regista è lucido ma distante e ci fa assistere agli eventi della singolare vita di Titta con lo stesso spirito di un patologo che esegue l’autopsia di un cadavere ed annota i risultati sul registro medico. Algido nello stile, impassibile nel tono, geometrico nell’andamento narrativo e quasi inquietante nella sua alta eleganza figurativa, è una sorta di radiografia surreale che intende dar forma alla solitudine, all’isolamento, alla rassegnata accidia figlia del senso del dovere, alla paura di vivere dando ascolto alle voci di dentro. E, per ottenere questo scopo, il talentuoso autore napoletano utilizza, non senza macabro senso dell’umorismo, un personaggio ectoplasmatico, un simbolo dolente della connivenza omertosa. Nel cast svetta un eccellente Toni Servillo, in un’interpretazione di sofferta intensità trattenuta, affiancato da Adriano Giannini, Raffaele Pisu e Olivia Magnani (nipote della leggendaria Anna). E’ il film che ha svelato al mondo l’estro di Paolo Sorrentino, acclamato dalla critica (sia italiana che europea) e pluripremiato ai David di Donatello. E’ anche il film in cui Servillo (autentico alter ego del regista) inaugura la sua ricca galleria di dandy snob e sentenziosi tipicamente sorrentiniani.

La frase:Non bisogna mai smettere di avere fiducia negli uomini, direttore. Il giorno che accadrà sarà un giorno sbagliato.

Voto:
voto: 4/5

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