giovedì 23 marzo 2017

Zero Dark Thirty (Zero Dark Thirty, 2012) di Kathryn Bigelow

Dopo l’attacco alle torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001, il terrorista Osama Bin Laden (fondatore e leader di al-Qāʿida, famigerata organizzazione eversiva islamica) diventa il nemico pubblico numero uno degli Stati Uniti. Per circa dieci anni la brillante agente della CIA Maya Lambert si dedica anima e corpo alla caccia a Bin Laden, insieme ad un team di agenti speciali del servizio segreto americano e ad alcuni membri dei Navy Seals. La lunga ricerca per stanare l’uomo più odiato d’America, divenuto nell’immaginario popolare il simbolo del terrorismo internazionale e il responsabile dell’attacco dell’11 settembre, diventa un’autentica ossessione per Maya, che sarà costretta a fronteggiare sporchi giochi di potere, a convivere con lo scetticismo dei suoi superiori ed a venire a patti con la propria coscienza. Potente e intenso dramma a sfondo bellico diretto dalla Bigelow con enfasi appassionata, crudo realismo ed una visionarietà “elettrica” nella costruzione delle immagini, specialmente nel lungo e straordinario segmento finale dell’attacco al covo di Bin Laden: adrenalina pura e sperimentazione visiva da vivere tutta d’un fiato. Una sequenza al cardiopalma che cerca, riuscendoci in parte, di ridefinire gli stilemi del cinema d’azione contemporaneo. Tra documento storico ed inevitabili indulgenze romanzate, la Bigelow mette in scena un film funereo e vibrante, che riesce a tenere alta la tensione anche nelle numerose scene di dialogo o nelle riunioni investigative. La pellicola è basata sulle attività dei servizi segreti che hanno portato all’uccisione di Osama Bin Laden, avvenuta nella notte del 2 maggio 2011 ad Abbottabad (Pakistan); in particolare lo sceneggiatore e giornalista Marc Boal ha tratto spunto da documenti e testimonianze reali (da lui stesso raccolte) di veri agenti operativi della CIA impegnati sul fronte antiterrorismo. Ad un certo livello il film è la storia di un’ossessione: quella della protagonista Maya, interpretata con focosa intensità da Jessica Chastain, e quella di una nazione, l’America, che, nel perseguire il proprio demonio, è costretta a specchiarsi nella sua cattiva coscienza, rivedendo regole e coordinate morali in nome del machiavellico “fine che giustifica i mezzi”. Assolutamente emblematica, in tal senso, la scena in cui Maya e i suoi collaboratori guardano in tv l’intervista al presidente Obama che afferma con veemenza che “l’America non ricorre alla tortura” e il primo piano stringe, implacabile, sugli occhi profondi della donna. La magnifica protagonista (che regge da sola il peso del film) è una donna complessa e tenace, un’eroina moderna che combatte non solo contro il nemico da abbattere ma anche contro il pregiudizio e le discriminazioni di chi le sta a fianco. Una donna forte in un mondo di uomini forti, in lotta per dimostrare di essere all’altezza e per affermare le pari opportunità. Una vicenda in fondo assai simile a quella della regista, che ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per togliersi di dosso l’etichetta di (ex) moglie di Cameron e vedere riconosciuto il proprio talento artistico. Il tentativo di bilanciare la tronfia arroganza militaristica tipicamente americana con la pur superficiale conoscenza della cultura del “nemico” (si veda la sequenza della Chastain in burka che appare quanto meno forzata) è grossolano, ma non è di certo questo il punto di forza del film. Forse una maggiore e più sfumata complessità nell’approccio al mondo arabo avrebbe giovato ma va altresì riconosciuto che la Bigelow non lesina caustici attacchi al governo del suo paese. Candidato a cinque premi Oscar (film, la Chastain attrice protagonista, sceneggiatura, montaggio e montaggio sonoro), ha vinto solo l’ultimo tra i premi per cui era in lizza. Completano il cast Joel Edgerton, Jason Clarke, Jennifer Ehle e Mark Strong. Il titolo vuol dire, in gergo spionistico, “mezzanotte e mezzo”, ovvero l’orario in cui scattò l’operazione militare che segnò la fine di Osama Bin Laden.

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento