Il
passaggio di una cometa su Parigi provoca strani eventi climatici e la
diffusione di un virus detto STBO che colpisce tutti coloro che fanno sesso
senza amore. Una coppia di delinquenti in cattive acque, Marc e Hans, decidono
di rubare da un laboratorio segreto l’antidoto contro il virus STBO, sperando
così di poter racimolare l’ingente somma di denaro che devono a una gang
rivale. Per fare il colpo ingaggiano il giovane Alex, abile prestigiatore
appena uscito di galera e figlio di un loro socio morto in circostanze
misteriose. Alex perde la testa per Anna, la donna di Marc, che però sembra
attratta solo da uomini più maturi di lei. Ma i criminali interessati
all’antidoto sono parecchi e il furto si rivelerà più pericoloso del previsto.
Thriller fantastico posseduto da un’estetica poderosa e viscerale, propria del
geniale regista di Suresnes, cinefilo eccentrico ed enfant terrible del nuovo cinema francese, diviso tra la nostalgia
per la Nouvelle Vague e la contaminazione
di nuove forme espressive (fumetti, videoclip, videogiochi). Il cinema di Carax
è pregiato, inquieto e favolistico, fatto di anime perse, amori estremi, poesia
e miseria, realtà e sogno, erotismo e adrenalina, pathos e malinconia. E non fa
eccezione questa sua sfavillante opera seconda, capolavoro anarchico dall’anima
naif che rielabora la potenzialità
delle immagini oscillando tra classico e moderno, un film pervaso da un’energia
furiosa, da un romanticismo disperato, da un estro creativo vertiginoso
costantemente combattuto tra feticismo della forma e astrazione poetica. Eletta
immediatamente come pellicola di assoluto culto dai giovani cinefili europei, è
un’opera spiazzante e affascinante, un’odissea apocalittica ambientata in una
Parigi abulica e girata quasi tutta in interni, per conseguire la
trasfigurazione poetica della realtà da cui l’autore volutamente si distacca,
per dar vita ad un’affresco antirealistico che sceglie la via di un frenetico
fantastico sociale, ignorando i fermenti politici che infiammavano la Francia
al tempo della sua uscita (le manifestazioni studentesche contro la legge Devaquet
sulla riforma al sistema universitario). Non mancano comunque le connessioni al
reale (il virus STBO è un’ovvia metafora dell’AIDS) e le citazioni colte: molte
sequenze sono veri e propri “altari” eretti dell’autore ai suoi miti cinefili (Cocteau,
Godard, Chaplin, Griffith), in osservanza della sua idea di cinema come
“religione” dei miti, dei sensi e dei desideri, e come atto estremo di fusione
tra arte e vita. Rendendo asincroni il montaggio e la narrazione Carax riempie
il film di un dinamismo impellente che si compiace nei personaggi fragili e nevrotici,
icone nostalgiche di una cifra stilistica che s’inchina al culto dell’immagine.
Assolutamente memorabile la sequenza della corsa finale di Alex (interpretato
da Denis Lavant, attore feticcio del regista) sulle note di “Modern love” di
David Bowie, che arricchisce la colonna sonora e si erge come manifesto musicale
del cinema dell’autore. Completano il magnifico cast Michel Piccoli, Juliette
Binoche, Hans Meyer, Julie Delpy e c’è persino un gustoso cameo del disegnatore
Hugo Pratt, “padre” di Corto Maltese. Una caratteristica comune a tutti i film di
Leos Carax è che sono girati come se non ci fosse un domani e, non a caso, sembrano
evocare un'apocalisse, figurativa più che sostanziale. E Rosso sangue, acerbo e rivoluzionario gioiello degli anni ‘80, ha
dato il via a questo brillante processo artistico di ammirevole coerenza, che
ha poi trovato il suo pieno compimento nell’ultimo esplosivo capolavoro del
regista, Holy
Motors.
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