mercoledì 1 marzo 2017

Il bacio dell’assassino (Killer’s Kiss, 1955) di Stanley Kubrick

Un pugile in declino accorre in aiuto della bella vicina di casa, insidiata dal suo datore di lavoro, gestore del locale notturno in cui lei presta servizio come ballerina. Tra i due nasce l’amore ma il losco terzo incomodo non si dà per vinto: fa rapire la donna e accusa il boxeur di un delitto da lui stesso ordinato. Il secondo film di Stanley Kubrick è un noir teso e allucinato, realizzato con un piccolo budget in meno di un mese ma diretto con un feroce talento visivo, che omaggia chiaramente l’espressionismo tedesco e che già contiene i semi del genio che verrà. Pur nell’estrema semplicità di una vicenda lineare (di cui lo stesso regista ha firmato soggetto e sceneggiatura, oltre che fotografia e montaggio) il talento kubrickiano si può evincere chiaramente nelle suggestive sperimentazioni fotografiche negli esterni notturni o nello straordinario finale nel deposito di manichini. E’ un’opera ancora acerba che risente della scarsezza di mezzi, ma la classe del giovane autore non sfuggì agli addetti ai lavori e la critica ne lodò all’unisono la grande perizia tecnica e l’estro inventivo. Il protagonista è Frank Silvera, lo stesso del mediocre Paura e desiderio (1953), primo lungometraggio di Kubrick.

Voto:
voto: 3,5/5

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