Il bandito Doc Holliday, pistolero fuorilegge ricercato in diversi stati, accoglie sotto la sua ala protettrice il giovane Billy the Kid, furfante alle prime armi ma con un evidente talento negli affari criminali. L'amicizia tra i due vive però di alti e bassi, con diversi litigi sempre più seri, prima per il possesso di un cavallo e poi per la bella Rio, amante di Doc che finisce nelle braccia di Billy, iniziando con lui una relazione appassionata. Infuriato e desideroso di vendetta, Doc deve però rimandare i suoi piani perchè il trio è braccato dal tenace sceriffo Pat Garrett, che è disposto a tutto pur di arrestare i due rapinatori. Questo atipico western prodotto e diretto dal potente Howard Hughes, coadiuvato alla regia da Howard Hawks, che però non venne accreditato al tempo dell'uscita della pellicola, è una strana commistione tra una crime-story d'azione ambientata nella vecchia frontiera americana ed un melodramma da camera infarcito di inserti ironici, non sempre ben calibrati e talvolta stranianti. E' anche l'ennesima versione dell'amicizia tra i due celebri fuorilegge Doc Holliday e Billy the Kid (realmente esistiti ed appartenenti alle figure mitizzate del selvaggio West), con l'aggiunta di un elemento femminile "esplosivo" che conferisce nuova linfa alla storia. Non è affatto un western essenziale e tanto meno un film superiore alla media, ma vale principalmente per due elementi che lo resero molto famoso (e controverso) durante gli anni '40. Il primo è la presenza dell'esordiente Jane Russell, attrice di prorompente bellezza che aveva firmato un contratto con Howard Hughes con cui si legava a lui artisticamente per sette anni. Il personaggio della Russell (Rio McDonald) destò scalpore per le sue forme generose, la sua sensualità maliziosa, le sue pose ammiccanti e i suoi abiti succinti che ne esaltavano il fisico da pin-up; in particolare la sequenza tra Rio e Billy the Kid ambientata nel fienile (a cui allude il didascalico titolo italiano) entrò immediatamente nella storia del cinema per il fascino "torrido" dell'attrice, ma attirò anche, inevitabilmente, gli strali della censura che bloccò l'uscita del film, ritenendolo offensivo per il pubblico pudore. All'epoca il moralismo bacchettone imperante in America era formalizzato dal famigerato Codice Hays, che dettava le rigide regole di moralità e di decenza per le opere cinematografiche. Girato nel 1941, The Outlaw dovette attendere due anni per una premiere nella più liberale San Francisco, dopo la quale Howard Hughes fu costretto a piegarsi ai dettami censori, che imposero una serie di tagli di circa 10' prima di poter distribuire liberamente l'opera nelle sale nel 1946, dopo ben cinque anni di distanza dalla sua realizzazione. In Italia le cose andarono anche peggio e la versione "tagliata" fu sdoganata solo nel 1949. Guardando il film oggi non si potrà che sorridere dell'ottusa arretratezza di vedute dell'epoca in materia sessuale, ma l'appeal conturbante di Jane Russell non ha perso un briciolo della sua forza. L'altro elemento di indubbio interesse, dovuto al contributo registico di Hawks, è l'operazione (velata ma indiscutibile) di implicita demistificazione del mito del cowboy duro e rude e della tanto celebrata amicizia virile tipica dei personaggi del West, grazie all'allusione, in diverse sequenze, di una possibile tensione omosessuale tra i due protagonisti maschili. Il film, girato in bianco e nero, è stato anche colorizzato in successive edizioni; nel 2009 è uscita un'ottima release in DVD che ne contiene la versione integrale (senza tagli di censura) sia nel bianco e nero originale sia nell'adattamento a colori.
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