Nel 1927 il ricco latifondista Sam Hollis è proprietario di una grossa piantagione in Louisiana e stravede per la sua unica figlia adolescente Carlotta. Dopo aver scoperto che la ragazza ha una relazione segreta con John Mayhew, uomo maturo e sposato che vive nella proprietà confinante, Sam lo affronta infuriato e lo costringe a interrompere ogni legame con sua figlia. Quella stessa notte John comunica a Carlotta le sue intenzioni di lasciarla e lei, sconvolta, fugge via minacciandolo di morte. Di lì a poco l'uomo viene barbaramente assassinato e mutilato: il corpo straziato è rinvenuto privo di testa e di una mano, che non saranno mai ritrovate. Tutti sospettano della ragazza ma lei nega ogni colpa, non ci sono prove sufficienti e il caso viene chiuso come insoluto. Dopo 37 anni Carlotta è una donna di mezza età, che abita da sola nella stessa vecchia casa, piena di ombre e di ricordi, insieme a una burbera domestica, dopo la morte di suo padre. Lei non si è mai ripresa dallo shock subito, soffre di disturbi mentali, continua a parlare con il suo John come se fosse ancora presente, passa ore ascoltando la musica di un carillon che lui le aveva regalato e sostiene che l'assassino sia il defunto genitore. L'arrivo nella villa di Miriam, cugina di Carlotta e sua unica parente rimasta, fa riaffacciare nella donna gli incubi di un passato mai cancellato, facendola scivolare in uno stato psicologico sempre più paranoico. In un'atmosfera tesa e minacciosa, con una costante confusione tra realtà e immaginazione, presente e memorie, tutti sembrano nascondere qualcosa e l'ombra del pericolo è sempre più incombente. Alla fine la verità verrà a galla, violentemente e traumaticamente. Cupo e vibrante psico-thriller diretto con classe e mestiere da Robert Aldrich, adattando il romanzo "Whatever Happened to cousin Charlotte?" di Henry Farrell. Il film nacque come ideale seguito di Che fine ha fatto Baby Jane? (What ever Happened to Baby Jane?), grande successo di Aldrich del 1962, con un ritorno al noir gerontofilo e con la medesima coppia di attrici protagoniste: Bette Davis e Joan Crawford. Ma la Crawford fu costretta a rinunciare per problemi di salute e così l'autore decise di modificare la sceneggiatura iniziale e, su suggerimento della stessa Davis, scritturò Olivia de Havilland nel ruolo della coprotagonista Miriam. Accentuando la componente macabra e rendendo più evidenti i debiti con I diabolici (Les diaboliques, 1955) di Henri-Georges Clouzot, Aldrich realizza un grande film di suspense e di oscura fascinazione, altrettanto teso e riuscito del precedente, che riscosse anch'esso un notevole successo di pubblico, ma in maniera meno eclatante. Straordinaria interpretazione di Bette Davis, che ci regala un'altra perla della sua luminosa carriera, a cui si accompagnano Agnes Moorehead, Olivia de Havilland, Joseph Cotten e Cecil Kellaway. Da elogiare anche la sinistra colonna sonora di Frank de Vol, la magnifica fotografia in bianco e nero di Joseph Biroc (che esalta alla perfezione le atmosfere inquietanti del film), le tetre ambientazioni dal sapore gotico ed il montaggio di Michael Luciano, che dona all'opera una decisiva marcia in più. La pellicola ebbe ben sette candidature agli Oscar (Agnes Moorehead, fotografia, costumi, scenografie, montaggio, colonna sonora e canzone originale) ma non portò a casa nessuna statuetta.
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