sabato 5 agosto 2023

Sadismo (Performance, 1970) di Donald Cammell , Nicolas Roeg

Chas è un gangster violento e misogino che fa parte di una banda criminale che opera nell'East London. Per vendicarsi di un torto subito uccide un suo rivale e finisce nelle mire della polizia e dei suoi capi, che non ne tollerano la pericolosa insubordinazione. Mentre tutti gli danno la caccia, Chas trova rifugio in uno squallido appartamento di un quartiere degradato, condividendolo insieme a Turner, una rockstar dedita ai vizi del sesso e delle droghe, e a due belle donne che intrattengono una relazione a tre con l'eccentrico cantante. Inizialmente disgustato dallo stile di vita di Turner e dai suoi comportamenti "perversi", Chas si fa lentamente coinvolgere nel suo mondo liberamente amorale, riuscendo a tirar fuori i propri demoni interiori anche grazie all'aiuto delle droghe che il rocker e le sue amiche gli fanno assumere. Questo torbido e allucinato psicodramma esistenziale, scritto da Donald Cammell e diretto dallo stesso Cammell  in coppia con Nicolas Roeg (entrambi al loro lungometraggio di esordio), venne girato nel 1968 ma distribuito due anni dopo a causa di traversie produttive, anche legate ai contenuti "scandalosi" dell'opera. E' un film figlio del suo tempo, di quell'anarchia ideologica trasgressiva e selvaggia che fu il lato oscuro della Swinging London, carico di suggestioni morbose, di violenza concettuale, di energia ribelle, di voglia impellente di superare i limiti, infrangere le regole e spezzare ogni forma di legame con il moralismo reazionario dei benpensanti. Tra atmosfere psichedeliche, erotismo provocatorio, estetica pop art e ascendenti lisergici, la pellicola trae evidenti influenze dal cinema di Andy Warhol, di John Cassavetes e di Joseph Losey (l'ambiguo rapporto tra Chas e Turner della seconda parte richiama in modo evidente il suo capolavoro Il servo (The Servant) del 1963). Il tema del doppio, che è una delle cose più interessanti dell'opera, viene però affrontato in maniera troppo timida e superficiale, mentre sarebbe stato il caso di approfondirlo con maggiori sfumature, anche per dare maggior risalto al finale di grande fascino inquietante. Più dell'attore protagonista James Fox, sono l'esordiente Mick Jagger (celebre frontman dei Rolling Stones) e la sensuale Anita Pallenberg a rubargli la scena, regalandoci due performance di forte impatto e di conturbante malia erotica, tra l'altro perfettamente in linea con  quella che era la loro immagine privata nell'immaginario collettivo (furono in molti a dire che, praticamente, Jagger e la Pallenberg non recitarono, ma interpretarono loro stessi in quel preciso momento storico). Alla sua uscita il film venne pesantemente stroncato dalla critica e non riscosse particolare successo di pubblico nonostante lo scandalo che lo accompagnò. Ma, nel tempo, è stato ampiamente rivalutato, fino a divenire un piccolo cult "maledetto" rappresentativo di quegli anni confusi e folleggianti, con una folta schiera di ammiratori, specialmente tra i fans dei Rolling Stones. Invero, per quanto ricco di elementi potenzialmente notevoli a livello sociale, ambientale e psicologico, Performance paga a tratti l'inesperienza dei registi e la tipica voglia di strafare degli esordienti, e non riesce a sfruttare appieno il suo valore latente.
 
Voto:
voto: 3/5

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