martedì 25 febbraio 2014

Blue Jasmine (Blue Jasmine, 2013) di Woody Allen

Allen ritorna alla "cattiveria" ed al rigore di Match Point e confeziona un film "simile", per tragicità, ma, probabilmente, ancora più spietato. I temi ed i tratti sono quelli tipici del grande regista americano: persone allo sbando, coppie che "scoppiano", tradimenti, nevrosi, disagio nei rapporti umani ma con l'aggiunta di un elemento sociale di grande risalto contemporaneo, la crisi economica americana (e mondiale) di cui il personaggo di Jasmine rappresenta l'emblema. Il film poggia interamente sulle spalle della bravissima Cate Blanchett (premiata con l'Oscar) che dà corpo e anima ad un personaggio femminile scomodo e scritto egregiamente: sgradevole, viziata, elegante, depressa, fragile, odiosa, una summa di tante precedenti figure femminile alleniane. Jasmine è un po' il simbolo della catastrofe economica mondiale, ne incarna perfettamente il disvalore e l'assoluto senso di vuoto morale (altro tipico cavallo di battaglia alleniano). Peccato che gli altri personaggi del film non siano all'altezza ma siano ridotti a macchiette volte a mettere in maggior risalto le caratteristiche della protagonista. Un film tragico e maturo che dimostra che il vecchio Woody ha ancora qualcosa da dire, specie se rinuncia a comparire davanti alla mdp. E' il suo miglior film del nuovo millennio dopo Match Point.


Voto:
voto: 4/5

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