Allen ritorna alla "cattiveria" ed al rigore di Match Point e
confeziona un film "simile", per tragicità, ma, probabilmente, ancora
più spietato. I temi ed i tratti sono quelli tipici del grande regista
americano: persone allo sbando, coppie che "scoppiano", tradimenti,
nevrosi, disagio nei rapporti umani ma con l'aggiunta di un elemento
sociale di grande risalto contemporaneo, la crisi economica americana (e
mondiale) di cui il personaggo di Jasmine rappresenta l'emblema. Il
film poggia interamente sulle spalle della bravissima Cate Blanchett (premiata con l'Oscar) che dà corpo e anima ad un personaggio femminile
scomodo e scritto egregiamente: sgradevole, viziata, elegante, depressa,
fragile, odiosa, una summa di tante precedenti figure femminile
alleniane. Jasmine è un po' il simbolo della catastrofe economica
mondiale, ne incarna perfettamente il disvalore e l'assoluto senso di
vuoto morale (altro tipico cavallo di battaglia alleniano). Peccato che
gli altri personaggi del film non siano all'altezza ma siano ridotti a
macchiette volte a mettere in maggior risalto le caratteristiche della
protagonista. Un film tragico e maturo che dimostra che il vecchio Woody
ha ancora qualcosa da dire, specie se rinuncia a comparire davanti alla
mdp. E' il suo miglior film del nuovo millennio dopo Match Point.
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