martedì 25 febbraio 2014

La sposa in nero (La mariée était en noir, 1967) di François Truffaut

Cinque scapestrati provocano la morte accidentale di un uomo, a causa di una bravata, subito dopo la sua cerimonia nuziale. La fresca sposa, diventata già vedova, rischia di impazzire per il dolore e pensa più volte al suicidio. Troverà conforto in una agghiacciante e metodica vendetta compiuta a danno dei cinque uomini con altrettanti delitti perfetti. Straordinario film nero di Truffaut, tratto da un romanzo di William Irish, che costruisce un perfetto meccanismo machiavellico di morte e seduzione sul "teorema" della vendetta. Antesignano dei moderni cult sulla vendetta femminile, è anche un garbato omaggio ad Hitchcock, per la sapiente messa in scena dell'estetica del delitto e per la totale celebrazione della protagonista femminile. Notevole la scelta di tratteggiare tutti i personaggi come subdoli ed ambigui in modo da spiazzare lo spettatore, riducendo a zero la sua possibilità di empatia con qualcuno di essi. Geniale, ma un po' troppo inasiva, la scelta della colonna sonora basata su una tetra marcia nuziale. Memorabile interpretazione di Jeanne Moreau, conturbante e letale femme fatale che influenzerà tante "eroine" del cinema a venire. E' stato inevitabilmente citato da Tarantino, che ne ha tratto molta linfa per il suo Kill Bill. E' tratto dal romanzo "The Bride Wore Black" (1948) di William Irish. L'evidente inverosimiglianza di molte situazioni è ampiamente riscattata dall'affascinante labirinto di suggestioni oscure evocato dal regista, in miracoloso equilibrio tra sensualità e morte.

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento