martedì 25 febbraio 2014

Lady vendetta (Chinjeolhan geumjassi, 2005) di Park Chan-Wook

Complice del sequestro di un minore, Lee Geum-ja, viene incastrata e condannata a 13 anni per l'omicidio del rapito, di cui però non ha colpa. Il lungo periodo di carcerazione la cambierà profondamente, indurendone cuore e corpo. Alla fine della pena la donna si dedicherà, con meticolosa ossessione ed empia violenza, a una sanguinosa vendetta nei confronti di coloro che l'hanno ingiustamente accusata. Questo terzo ed ultimo capitolo della trilogia della vendetta di Park Chan-wook, la declina al femminile in un film ricercato, visionario e di incredibile intensità espressiva. L'estroso regista coreano mischia le carte (quelle dei titoli di testa) e i temi, in un mix di generi e di toni che si mantengono sempre sul filo dell'esondazione. Dei tre capitoli succitati è quello più esile nel plot ma il più stupefacente dal punto di vista estetico grazie all'elegante sperimentazione visiva. Tra inserti surreali, derive kitsch, sequenze splatter e momenti grotteschi, l'estetica radicale e feroce dell'autore si esalta in un lungo flusso di immagini stranianti, non prive di ipnotica suggestione visionaria. Perfetta Lee Young-ae nel ruolo di un dolente angelo della morte che cerca la propria espiazione nella vendetta.

Voto:
voto: 3,5/5

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