martedì 25 febbraio 2014

La fontana della vergine (Jungfrukällan, 1959) di Ingmar Bergman

Ispirato a un romanzo di Ulla Isaksson, è una tragedia medioevale che riprende ambientazione e tematiche religiose de Il settimo sigillo (celebre capolavoro del Maestro svedese), pur senza mai raggiungerne nè il rilievo visivo né la suggestione allegorica. Narra la storia della giovane figlia di un ricco possidente che viene violentata ed uccisa da tre pastori. Il padre, accecato dal dolore, uccide i colpevoli, ma poi chiede perdono a Dio del delitto commesso. Nel luogo dell'assassinio della giovane, per miracolo, sgorga una sorgente purificatrice. E' un film spiazzante: sembra che il regista giunga all'accettazione del mistero e a una sorta di opzione di fede ( che sarà poi del tutto smentita nella successiva "trilogia del silenzio"). Pur con qualche schematismo la forte carica di violenza della storia ed il successivo miracolo liberatorio, fungono da supporto visuale per una profonda meditazione sul male e sulla fede come possibilità di redenzione. E' meno problematico (e meno ispirato) rispetto agli standard di Bergman e, probabilmente per questo, fu premiato agli Oscar nel 1960 come miglior film straniero.

Voto:
voto: 3,5/5

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