Ispirato a un romanzo di Ulla Isaksson, è una tragedia medioevale che riprende ambientazione e tematiche religiose de Il settimo sigillo
(celebre capolavoro del Maestro svedese), pur senza mai raggiungerne nè
il rilievo visivo né la suggestione allegorica. Narra la storia della
giovane figlia di un ricco possidente che viene violentata ed uccisa da
tre pastori. Il padre, accecato dal dolore, uccide i colpevoli, ma poi
chiede perdono a Dio del delitto commesso. Nel luogo dell'assassinio
della giovane, per miracolo, sgorga una sorgente purificatrice. E' un
film spiazzante: sembra che il regista giunga all'accettazione del
mistero e a una sorta di opzione di fede ( che sarà poi del tutto
smentita nella successiva "trilogia del silenzio"). Pur con qualche
schematismo la forte carica di violenza della storia ed il successivo
miracolo liberatorio, fungono da supporto visuale per una profonda
meditazione sul male e sulla fede come possibilità di redenzione. E'
meno problematico (e meno ispirato) rispetto agli standard di Bergman e,
probabilmente per questo, fu premiato agli Oscar nel 1960 come miglior
film straniero.
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