Dramma biografico che tratta con maturità e distacco temi scottanti e
sempre attuali: la malattia (l'AIDS), le discriminazioni, le ingiustizie
sociali e lo strapotere "mafioso" delle grandi case farmaceutiche che
mirano al proprio interesse economico più che alla salute pubblica.
Tutte cose già viste ma il merito del film è quello di evitare i facili
moralismi, la tentazione del sentimentalismo e la consueta retorica
americana sul "cattivo" che abbraccia, suo malgrado, un percorso di
espiazione finendo per redimersi. Questi rischi vengono, in buona parte,
evitati grazie a dei personaggi ruvidi, detestabili, deboli e
profondamente veri. E', essenzialmente, un film d'attori: bravo Matthew
McConaughey nel ruolo dello spregevole protagonista, encomiabile per il
grande impegno fisico profuso (un dimagrimento di oltre 20 chili) e per
una prestazione di evidente partecipazione emotiva. Ma è addirittura
straordinario Jared Leto, nei panni del travestito Rayon, che ci offre
una performance incredibilmente variegata ed intensa per sguardi,
atteggiamenti, cambi d'umore, alternando momenti intimisti ad altri
sopra le righe: praticamente l'Oscar di non protagonista è già suo di
diritto. E' anche un film "furbo" perchè è evidente la sua progettazione
con intento "acchiappa-premi" ma resta, senza dubbio, ben sopra la
media, credibile e toccante.
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