martedì 25 febbraio 2014

Cane di paglia (Straw Dogs, 1971) di Sam Peckinpah

David Sumner, mite matematico americano, vive con la bella moglie in un remoto villaggio della Cornovaglia. Un gruppo di bulli locali prende di mira la famiglia di stranieri, violentano la donna e cercano di irrompere in casa con losche intenzioni. La difesa di Sumner sarà strenua, sorprendente e sanguinosa. Film controverso e "maledetto" del bad boy Peckinpah, tratto dal romanzo "The Siege of Trenchers's farm" di Gordon M. Williams. E' un oscuro apologo sulla violenza ancestrale che alberga nell'animo di ogni uomo e che può esplodere, improvvisa e incontrollata, in particolari condizioni. Temi scottanti come lo stupro, la vendetta e la difesa "tribale" del proprio territorio si mescolano in un fosco caleidoscopio di immagini e suggestioni che provoca vertigini morali. Accusato di fascismo, sadismo e misoginia (e probabilmente non a torto, per l'ultimo caso) è, in realtà, ben più profondo, ambiguo e sfumato di quanto appaia ad una prima visione. E' pervaso da una furiosa carica emotiva e da una rigorosa logica analitica sul concetto dell'homo homini lupus, oltre che essere segnato dalle personali ossessioni dell'autore, in bilico tra brutalità e nostalgia. Ebbe un notevole successo di pubblico (soprattutto a causa dei suoi guai con la censura) e sdoganò definitivamente la violenza sul grande schermo negli anni '70, insieme ad Arancia Meccanica di Kubrick. Ha avuto uno scialbo ed inutile remake nel 2011. Nel cast grande interpretazione di Dustin Hoffman, che si conferma uno dei più grandi attori americani degli anni '70.

Voto:
voto: 4/5

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