martedì 25 febbraio 2014

Il grande caldo (The Big Heat, 1953) di Fritz Lang

Il presunto suicidio di un poliziotto e la frettolosa archiviazione del caso spingono un suo collega a indagare per conto suo, nonostante la reticenza dei superiori. Il gioco si inasprisce quando il detective subisce un attentato in cui sua moglie perde la vita. Tratto da un romanzo di William P. McGivern, è il capolavoro del periodo americano del grande regista austriaco. Un noir mitico di aspra bellezza che aprì il genere ad un'inusitata violenza (celeberrima la scena in cui Marvin sfregia il volto della Grahame col caffè bollente), e nel quale Lang seppe conciliare la durezza del poliziesco USA con suggestioni formali di matrice espressionista e con la densità simbolica di una parabola sul bene e sul male, visti come facce diverse della stessa medaglia (il viso diviso della Grahame dopo lo sfregio, le pellicce usate dalle due donne della vicenda). Ma tutto il film è ricco di temi cari a Lang, da quello dell'ossessione della vendetta a quello della corruttibilità della giustizia, in un crescendo di rara intensità drammatica. Il successo del film segnò un nuovo picco nella carriera del grande Maestro europeo. Bravissima Gloria Grahame che spicca in un cast eccellente che annovera Glenn Ford, Lee Marvin e Alexander Scourby.

Voto:
voto: 4,5/5

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