martedì 25 febbraio 2014

Munich (Munich, 2005) di Steven Spielberg

Eccellente biografia "in nero" di uno dei periodi più oscuri della recente storia europea: la strage di atleti israeliani compiuta da terroristi palestinesi durante le Olimpiadi di Monaco '72 e la successiva efferata azione di vendetta eseguita "chirurgicamente" da agenti ombra del Mossad. Film difficile e "pericoloso", perchè affronta una questione annosa (il conflitto tra Israele e Palestina), sempre pronta ad esplodere e da cui deriva una larga parte della violenza sociale contemporanea (emblematica e molto spielberghiana, in tal senso, l'inquadratura finale sulle torri gemelle di New York City). Spielberg svolge il compito con estremo rigore, cercando di raccontare i fatti senza compiacimenti o spettacolarizzazioni, e, soprattutto, senza parteggiare per l'una o l'altra parte, attraverso personaggi ambigui, tormentati e sfaccettati. Missione, in buona parte, compiuta nonostante qualche immancabile scivolone nella retorica, per un film maturo, denso, sentito e con picchi di cinismo che lasciano atterriti. La brutale sequenza ambientata in Olanda è forse la più violenta in assoluto del cinema spielberghiano. Candidato a 5 premi Oscar, non ne vinse nessuno.

Voto:
voto: 4/5

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