giovedì 18 febbraio 2016

Onora il padre e la madre (Before the Devil Knows You're Dead, 2007) di Sidney Lumet

Andy e Hank sono due fratelli in apparenza rispettabili ma con molti lati oscuri, oberati dai debiti e con un disperato bisogno di soldi. Su idea del maggiore, Andy, decidono di tentare una rapina, in apparenza facile, nella gioielleria di famiglia, sfruttando la perfetta conoscenza dell’ambiente e delle abitudini. Ma qualcosa va storto e la madre finisce uccisa in uno scontro a fuoco, insieme al maldestro complice reclutato dal pavido Hank per l’occasione. Sarà solo l’inizio di una sordida tragedia familiare. L’ultimo film del grande Sidney Lumet è uno splendido noir, asciutto, tagliente, calibrato, un dramma assoluto sulla debolezza della natura umana, sulla sua avidità e sugli abissi di perdizione da essa provocati. E’, probabilmente, il suo film più cupo e angosciante, ma il risultato è così straordinario che non ci poteva essere chiosa migliore per la carriera di questo grande regista, sempre coerente ed attento ai problemi sociali, l’ultima lezione magistrale da consegnare ai posteri. Con questo possente apologo tragico, ricolmo di misantropia, l’autore torna a parlarci, purtroppo per l’ultima volta, dei temi tipici del suo cinema: la violenza, la corruzione, il degrado morale dell’individuo, il crollo dei valori di una civiltà, quella occidentale, dedita all’edonismo. In questo caso assistiamo alla caduta, inarrestabile, di una famiglia borghese che si sgretola dall’interno, perché corrosa da vizi, tradimenti, invidie, sensi di colpa, vendette, in un crescendo di alta densità tragica. Con una sceneggiatura monolitica, una messa in scena cruda ed un cast formidabile, in cui è davvero difficile stabilire chi sia più bravo tra Philip Seymour Hoffman, Marisa Tomei, Albert Finney e Ethan Hawke, questo noir capitale trova un ulteriore punto di forza nello strepitoso stile narrativo destrutturato, che rimanda direttamente al Kubrick di Rapina a mano armata, interamente costruito su un andamento ellittico di flashback, che ci ripropongono le stesse vicende da differenti punti di vista. Nella formidabile squadra di attori va data una menzione speciale alla bravura e al fascino di Marisa Tomei, protagonista di una “torrida” sequenza d’apertura e capace di essere ancora incredibilmente sensuale a 43 anni, ben più di altre sue colleghe più giovani e ricercate. Inopinatamente passato in sordina è uno dei migliori film del primo decennio del millennio nuovo. Il sarcastico titolo italiano banalizza, e non rende affatto giustizia, al suggestivo titolo originale, tratto da un antico detto irlandese (“May you be in heaven half an hour before the devil knows you're dead”).

Voto:
voto: 4,5/5

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