venerdì 26 febbraio 2016

Stella Solitaria (Lone Star, 1996) di John Sayles

Al confine tra Texas e Messico vengono scoperti, in un poligono di tiro abbandonato, un teschio umano ed una stella da sceriffo consumata dal tempo. Lo sceriffo Sam Deeds inizia una difficile indagine che lo porta a sospettare del suo stesso padre, non più vivente, il leggendario Buddy Deeds, a sua volta sceriffo, amato e rispettato da tutta la città per le sue qualità di tutore della legge. Le scoperte fatte da Sam nel corso dell’inchiesta metteranno in crisi le sue certezze e lo porteranno a dubitare di tante convinzioni consolidate. Anche la sua relazione sentimentale con la messicana Pilar sarà fonte di non poche sorprese, che daranno un ulteriore scossone alla saldezza morale di Sam. Splendido dramma corale di John Sayles, con un sapiente intreccio di temi, storie e personaggi, che s’intersecano in questa ruvida storia di confine, dal passo nostalgico e dal piglio “clandestino”. Le linee narrative principali sono almeno quattro, tra passato e presente, per questo film cupo, fieramente americano e lontanissimo dagli stilemi edificanti e dagli abusati stereotipi del cinema hollywoodiano. Denso di contenuti e di tensioni emotive, è una straordinaria commistione di generi diversi, dal western al thriller, dal giallo investigativo al dramma familiare, che spazia con assoluta padronanza dal patos narrativo del conflitto padre-figlio all’intolleranza razziale negli avamposti di frontiera, dalla violenza insita nella cultura americana al caustico affresco sociale. Ma il tema saliente di quest’aspra pellicola politicamente scorretta risiede nel rapporto tra passato e presente, tra storia e leggenda, ovvero nella difficoltà, tutta americana, di fare i conti con il proprio doloroso trascorso senza scegliere né di mitizzarlo né di ignorarlo. E’ evidente, in tal senso, la colta citazione fordiana per il celebre L’uomo che uccise Liberty Valance, che riflette sulla medesima tematica. Questo grande film indipendente, incredibilmente misconosciuto nel nostro paese, si concede anche il lusso di un finale “scandaloso”, che induce profonde riflessioni sulla difficoltà dei rapporti umani e su come le presunte differenze siano solo la facciata di un modello antropologico ben più complesso, un intreccio di destini alla deriva attraverso la storia. Nel sontuoso cast vanno citati Chris Cooper, Matthew McConaughey, Elizabeth Peña, Kris Kristofferson e Frances McDormand. Dal punto di vista tecnico è straordinaria la coesistenza simultanea di linee temporali diverse in una singola inquadratura, in modo da garantire una connessione ed una continuità tra presente e passato, rimarcando così il groviglio relazionale tra i personaggi. Tra le tante sequenze memorabili vanno certamente ricordate il flashback tra Sam e Pilar in riva al fiume ed il drive-in deserto, simbolo pregnante di una “vecchia” America che non esiste più.

Voto:
voto: 4,5/5

Nessun commento:

Posta un commento