Nella
Berlino del muro Anna e Mark, sposati e con un figlio, vivono un’angosciosa
crisi matrimoniale che li sta consumando nello spirito. Dopo aver appreso che sua
moglie ha un amante, Mark inizia ad indagare ma farà una terribile scoperta: Anna
ha una relazione sessuale con un essere mostruoso, una creatura demoniaca,
gelatinosa e tentacolata, che lei stessa ha “partorito”. Sconvolto dalla cosa,
Mark prende a frequentare Helen, la maestra del figlio, che assomiglia ad Anna
in modo impressionante. Intanto l’essere tentacolato inizia a mutare, fino ad
assumere le sembianze di Mark. Disturbante horror psicopatologico di Zulawski,
è uno dei film “maledetti” del vecchio millennio: scandaloso, controverso e massacrato
dalla censura di tutto il mondo per le scene scioccanti. E’ certamente il film più famoso
del regista polacco, scomparso di recente, ed il manifesto più emblematico del
suo cinema metafisico fatto di carne e di sangue. Sotto la patina
raccapricciante, indubbiamente forte, si nasconde un’allegoria visionaria della
separazione, in cui tutto l’orrore del fallimento di un rapporto di coppia
prende forma concreta, attraverso simbolismi mostruosi. In tal senso va inteso
l’essere tentacolato, per cui il film è celebre, che non è altro che
l’incarnazione distorta dell’uomo ideale, reso aberrante dal senso di colpa di
Anna. La sconvolgente sequenza del parto demoniaco di Anna nel tunnel della
metropolitana è uno dei momenti più scioccanti nella storia del cinema d’autore
europeo. Tra Polanski, Cronenberg e Lynch, ma con maggiori dosi di isterico
nichilismo, l’autore mette in scena un sua personale versione di “scene da un
matrimonio”, in forma estrema e morbosa, abusando di metafore orripilanti. La
straordinaria interpretazione “da brividi” di Isabelle Adjani, probabilmente la
migliore della sua carriera, le valse il premio di miglior attrice al Festival
di Cannes del 1982. La stessa Adjani affermò che le ci vollero anni per uscire
dal personaggio di Anna e che non avrebbe mai più interpretato un ruolo simile.
David Lynch è un grande estimatore di quest’opera, da lui stesso definita,
pubblicamente, come “la pellicola più completa degli ultimi trent'anni”. Inevitabilmente
destinato ai percorsi “underground”, nei quali è famosissimo, questo allucinante
incubo visivo è presto divenuto un cult d’essai, con un esercito di sostenitori
ed un altro di detrattori. Non è, ovviamente, per tutti ma è consigliabile agli
amanti di un cinema estremo e “non omologato”, a patto di possedere uno stomaco
forte.
Voto:
wow.. L'ho appena finito di vedere.. non c'ho capito niente.. che film! grazie del consiglio
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