A Gloucester (Massachusetts), i Rossi sono una famiglia di pescatori, in accordo alla tradizione locale; stravaganti, pittoreschi, in perenni difficoltà economiche, ma fortemente uniti e protettivi tra loro. Il padre Frank, la madre Jackie ed il figlio maggiore Leo sono tutti sordi dalla nascita, mentre l'ultima nata Ruby, adolescente sveglia con una grande passione per il canto, è l'unica udente e, quindi, la voce ufficiale della famiglia per tenere i contatti con la società dei così detti "normali". Entrata per amore nel coro scolastico, Ruby incontra l'insegnante di musica Bernardo Villalobos, che intuisce il suo talento e la spinge a coltivare seriamente le sue doti canore, sempre rimaste nell'ombra per l'indefessa devozione della ragazza alle necessità familiari. La tentazione di entrare in una prestigiosa scuola di Boston è forte e Ruby si troverà di fronte ad un bivio in cui ogni sua decisione appare enormemente dolorosa. Questa commedia drammatica, scritta e diretta da Sian Heder, è il remake americano de La famiglia Bélier (La Famille Bélier, 2014) di Éric Lartigau, pellicola francese che alla sua uscita generò molte polemiche in patria per presunti contenuti offensivi nei riguardi della comunità sorda. Rispetto all'originale questo rifacimento a stelle e strisce, nato dalla fucina del cinema indipendente e acquistato da Apple TV+ che lo ha distribuito sulla sua piattaforma di streaming, risulta un film dal tocco più morbido, più sensibile, più intimo, più attento alle dinamiche familiari che a quelle che oppongono un microcosmo di disabili rispetto al resto della società. E' un'opera semplice e genuina, a volte toccante a volte ruffiana, pur senza mai eccedere troppo nella retorica svenevole, non esattamente imprevedibile nella sua evoluzione e, in fin dei conti, neanche troppo originale come molti hanno paventato. E' un film di attori, sorretto da un buon lavoro di scrittura, un'ambientazione densa di contenuti ed un gran lavoro di squadra da parte dell'intero cast, in cui tutti appaiono giusti, credibili e degni di lode. Dalla magnifica protagonista Emilia Jones ai non udenti Troy Kotsur, Daniel Durant e Marlee Matlin, che salì agli onori della ribalta nel 1987 vincendo a sorpresa l'Oscar come miglior attrice protagonista per la sua intensa interpretazione nel romantico Figli di un dio minore (Children of a Lesser God, 1986) di Randa Haines, dove recitava al fianco del compianto William Hurt, recentemente scomparso. Ma anche il messicano Eugenio Derbez è notevole nel ruolo dell'eccentrico e pasionario maestro di musica Bernardo Villalobos. Non mancano i momenti comici e le battute ironiche, alcune ben congegnate, altre palesemente forzate al limite della caricatura. L'elemento centrale è la voce: quella di Ruby, intesa sia come interfaccia tra due mondi in apparenza disgiunti, sia come entità musicale che diventa forza vitale repressa e strumento vibrante per inseguire i propri sogni. Il film è stata la sorpresa (invero da molti già annunciata) agli Oscar 2022 dove si è aggiudicato tre premi "pesanti" in tutte le categorie in cui era stato nominato: miglior film, migliore sceneggiatura non originale (Sian Heder) e miglior attore non protagonista (il non udente Troy Kotsur). Troppa grazia probabilmente, ma, ultimamente, la tendenza dell'Academy nella notte più attesa dal cinema americano è quella di rispettare i pronostici della vigilia nella ripartizione delle ambite statuette e di assegnare il premio più importante ad un outsider. CODA è l'acronimo di "Children of Deaf Adults" (figli di adulti sordi). Da dimenticare completamente il corrispettivo italiano, che suona di una banalità sconcertante. Nel nostro paese la pellicola era già uscita ad agosto 2021, direttamente sui circuiti di streaming e passando praticamente inosservata. Ma, dopo il trionfo agli Oscar, è stata distribuita nelle sale a ben 7 mesi di distanza, per cavalcare l'onda del momentaneo clamore mediatico e sfruttare la curiosità del pubblico.
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