domenica 17 aprile 2022

Prime (2005) di Ben Younger

Rafi è una splendida trentasettenne, bionda, divorziata e depressa, in cura dalla psicoanalista Lisa Metzger, a cui racconta i suoi problemi sentimentali e le sue ansie esistenziali. L'incontro con David, energico pittore ebreo di 14 anni più giovane di lei, le restituisce l'entusiasmo a lungo dimenticato e la donna, dopo le razionali ritrosie iniziali dovute alla differenza di età, si lancia con passione in una relazione stimolante e sessualmente molto appagante. La sua vita migliora sotto ogni aspetto e la Dr. Metzger accoglie con soddisfazione professionale l'impennata di umore della sua paziente, che le rivela tutti i dettagli intimi del suo rapporto con il giovane partner. Ma quando la Metzger scopre che il nuovo compagno di Rafi è il suo adorato figlio, la sua soddisfazione si trasforma in gelosia e la psicologa entra in crisi, a causa del conflitto tra dovere deontologico e amore materno. Elegante commedia romantica degli equivoci diretta da Ben Younger, che cerca di riprodurre pedissequamente la problematica verve nevrotica delle prime baruffe sentimentali di Woody Allen, senza però eguagliarne l'impagabile forza comica, il cinismo beffardo ed il tocco amaramente esilarante. E' essenzialmente un film di attori, anzi di attrici, che si regge totalmente sui duetti scoppiettanti tra una luminosa Uma Thurman ed una serafica Meryl Streep, che ci regala lampi di classe con il suo naturale carisma di straordinaria interprete, capace di passare in un attimo, e senza mai perdere in credibilità e spontaneità, dal registro drammatico a quello leggero, come in questo caso. Ma questo non basta a donare il sufficiente spessore ad un film troppo garbato, troppo prevedibile negli sviluppi e troppo fragile nella sceneggiatura, che non risulta mai realmente pungente e che si limita ad affrontare dei temi potenzialmente interessanti con superficiale formalismo di maniera, limitandosi ad un approccio più consolante che incisivo. La carica maliziosa della prima parte si disperde, nella seconda, in un'edificante sequela di luoghi comuni sulle differenze di età e di educazione religiosa, che stinge nel moralismo di fondo.

Voto:
voto: 2,5/5

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