giovedì 21 aprile 2022

Escobar - Il fascino del male (Loving Pablo, 2017) di Fernando León de Aranoa

Ascesa e caduta del più famoso narcotrafficante di tutti i tempi, Pablo Escobar, signore della droga colombiano che per tutti gli anni '80 e fino alla sua morte, avvenuta nel 1993, edificò un sanguinoso impero del male, guadagnò miliardi di dollari, invase le metropoli americane di cocaina, uccise o fece uccidere migliaia di persone (tra cui anche giudici, politici, militari, agenti e funzionari di polizia), condusse il suo paese sull'orlo di una guerra civile, seminò il terrore nella popolazione tramite esecuzioni, stragi ed attentati e restò per almeno 10 anni nel mirino della DEA, dell'esercito e del governo di Bogotà come nemico pubblico numero uno, prima di essere definitivamente disarcionato dal suo nefasto "trono" di sangue. Questo film, scritto e diretto dallo spagnolo Fernando León de Aranoa, è liberamente ispirato al romanzo biografico (e best seller) "Amando Pablo, odiando Escobar" di Virginia Vallejo, giornalista televisiva colombiana molto conosciuta negli anni '80, che fu a lungo l'amante del "re dei Narcos", prima di fuggire negli Stati Uniti chiedendo asilo politico, sotto la protezione della DEA di cui divenne stretta collaboratrice per salvarsi la vita. Da molti considerato come il peggior criminale del XX secolo, Pablo Escobar è entrato inevitabilmente nell'immaginario popolare e le opere di fiction a lui dedicate (o in cui appare) sono molteplici. Ma quello che costituisce uno straordinario termine di paragone con cui è quasi obbligatorio stabilire un (arduo) confronto è l'ottima serie televisiva Narcos, prodotta da Netflix e scritta da Chris Brancato, Carlo Bernard e Doug Miro, che ha dedicato le sue prime due stagioni nel 2015 e nel 2016 (per un totale di 20 episodi e circa 17 ore complessive) alla carriera criminale del boss di Medellín ed alla lunga caccia all'uomo che gli USA e la Colombia gli scatenarono contro per circa 8 anni, prima di riuscire ad eliminarlo, pagando però un prezzo altissimo in termini di vite umane. Sarà oggettivamente difficile riuscire a far meglio in termini di verismo, credibilità, precisione del racconto, approfondimento dei personaggi, obiettività, denuncia sociale, critica contro i poteri forti, impatto scioccante, violenza e grande senso dello "spettacolo crime". E, oltre ai tantissimi meriti indubbi del serial televisivo, va anche detto che la magistrale interpretazione del brasiliano Wagner Moura nei panni di Escobar costituisce un ulteriore target difficilmente superabile. Di fronte a queste considerazioni il film di Aranoa, già alquanto efebico di suo, si scioglie impietosamente come neve al sole, malgrado la presenza di due divi (e grandissimi attori) come Javier Bardem e Penélope Cruz (che fanno coppia anche nella vita) nel ruolo dei due controversi protagonisti. La vicenda viene raccontata dal punto di vista femminile di Virginia, totalmente infatuata del fascino torbido di Escobar, del suo grande potere e del suo mito popolare come "Robin Hood" dei poveri di Medellín; un mito che inizialmente accompagnò la sua inarrestabile ascesa, cullando il suo grande sogno di entrare in politica e diventare presidente della repubblica. Questa scelta rende la pellicola troppo debole per quanto riguarda gli aspetti noir ed ancorché esile sul versante della cronaca cinematografica. Inoltre una sceneggiatura non proprio granitica riduce il tutto ad una stanca sequela bozzettistica di eventi arcinoti, quasi sempre illustrati con superficiale didascalismo, concedendo molto spazio ai due interpreti principali, ma facendo quasi scomparire, dietro di loro, i personaggi che avrebbero dovuto interpretare. Non c'è quasi traccia del feroce naturalismo, della vena polemica, del cinismo critico o di quel "realismo magico" (che il prologo di Narcos ci ricorda essere nato in Colombia) che hanno fatto la fortuna della serie televisiva. E la decisione (di chiaro stampo commerciale, genuflessa alle logiche di Hollywood) di rinunciare alla madrelingua spagnola, facendo recitare in inglese Bardem e la Cruz, costituisce il colpo di grazia definitivo. Ovviamente quest'ultimo aspetto risulta del tutto trasparente se si guarda la versione doppiata in italiano della pellicola.

Voto:
voto: 2/5

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