lunedì 25 aprile 2022

Diana - La storia segreta di Lady D (Diana, 2013) di Oliver Hirschbiegel

Ispirandosi alla biografia pubblicata nel 2001 da Kate Snell, "Diana: Her Last Love", e basandosi sulla sceneggiatura scritta da Stephen Jeffreys, il regista tedesco Oliver Hirschbiegel ha diretto questo biopic innocuo, mellifluo e grossolano, che racconta gli ultimi anni di vita di Lady Diana Spencer, Principessa del Galles, entrata in rotta di collisione con la famiglia reale britannica dopo la chiacchierata separazione dal Principe Carlo, adorata dal popolo, perseguitata dai media alla disperata ricerca di scoop scandalistici, divenuta icona mondiale di libertà ed emancipazione ben oltre la sua volontà e morta tragicamente, la notte del 31 agosto 1997, in un rocambolesco incidente stradale sotto il tunnel del Pont de l'Alma a Parigi, un evento che per molti è ancora oggi oggetto di illazioni e sospetti per la sue dinamiche sempre avvolte da un velo di mistero. Più che sulla tanto controversa love story tra Lady D e Dodi Al-Fayed, figlio del magnate egiziano Mohamed, la pellicola si concentra sul grande amore segreto della principessa, il cardiochirurgo pachistano Hasnat Khan, che sarebbe stato suo compagno di vita dal 1995 fino ai primi mesi del 1997, salvo poi troncare bruscamente la relazione, spezzando così il cuore della donna, per il parere avverso della sua famiglia e per l'esasperazione provocatagli dalla continua pressione mediatica a cui la coppia era sottoposta. Hasnat Khan, dopo aver visto il film, si è lamentato pubblicamente di come il regista e lo sceneggiatore avrebbero modificato gli eventi reali, inventando molti fatti mai accaduti e dando credito a tanti pettegolezzi che in quegli anni accompagnavano la vita sentimentale della "principessa triste". Al di là di questo va detto chiaramente che l'opera è un disastro su tutti i fronti: superficiale, melensa, approssimativa, imbarazzante nei suoi scivoloni nel camp e stilisticamente piatta, più vicina ad un mediocre prodotto televisivo che ad un film per il cinema. Gli mancano del tutto anche la personalità ed il coraggio per affondare il colpo e cercare una posizione polemica, scomoda, arguta; invece sceglie di allinearsi, a livello ideologico, verso uno sterile conformismo di maniera. L'unica cosa da salvare è l'efficace interpretazione della sempre brava Naomi Watts, che ha accettato il ruolo dopo parecchie riserve e ripensamenti, forse presagendo il flop della pellicola dopo aver letto lo script o forse per i comprensibili timori nel confronto con un personaggio tanto amato, famoso, ingombrante e discusso al tempo stesso. La Watts s'impegna molto e se la cava bene, riuscendo talvolta persino a catturare quello sguardo di ombrosa tristezza celato sotto l'immagine di impeccabile facciata di Lady D.
 
Voto:
voto: 1,5/5

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