Nel 1979 Barry Seal, scaltro e ambizioso pilota di aerei di linea che vive in Louisiana e si arrangia con il contrabbando, viene scoperto e reclutato dalla CIA per spiare le attività dei guerriglieri sandinisti in Nicaragua. Barry è costretto ad accettare ma, durante i suoi lunghi viaggi nel continente latino americano, scopre una serie di attività illegali che fanno al caso suo e che gli consentiranno di diventare ricchissimo. Prima opera come trasportatore di armi per i Contras nicaraguensi e poi farà il grande salto, accettando il ruolo di corriere della droga dalla Colombia agli USA, al servizio del Cartello di Medellin di Pablo Escobar. Ma, ovviamente, dove ci sono ingenti profitti e forti interessi economici, grandi sono anche i rischi. Dramma biografico di Doug Liman, scritto da Gary Spinelli e liberamente ispirato alla storia vera del pilota americano Barry Seal, contrabbandiere, spia del governo, trafficante di droga e poi informatore della DEA. Come si evince dal titolo originale il film è una parabola semiseria (con toni da commedia nera, scene di azione avventurosa e ambientazione crime) sul mito tutto americano del "self made man", in questo caso nella sua aberrazione distorta, criminosa e figlia di una ideologia arrogante e spudorata, tipica di molti strati sociali della popolazione statunitense, che antepone l'avida scalata economica e il brivido del potere ai valori morali e civili. Pur nella sua narrazione infarcita di luoghi comuni, effettismi ruffiani e semplificazioni spettacolari, il film ha scatto e agilità, si avvale di una perfetta ricostruzione del clima d'epoca, ha il merito di non prendersi mai troppo sul serio e poggia sulle solide spalle del suo protagonista, egregiamente interpretato da un Tom Cruise ormai maturo e perfettamente cosciente del suo ruolo naturale di star del cinema d'azione di intrattenimento popolare. Da quando il celebre attore ha definitivamente accantonato le sue ambizioni di sfondare nel cinema d'autore per conquistare la critica e vincere dei premi importanti, è diventato più credibile, più pragmatico e (forse) persino più simpatico. Lo supportano un solido cast di sostegno (Domhnall Gleeson, Sarah Wright, Jesse Plemons, Lola Kirke), un montaggio snello ed una regia col pilota automatico, che racconta una pagina nera della democrazia americana (con tutti i suoi sporchi giochi di potere, oscure connivenze e traffici criminali) con il tocco leggero di una beffarda autoironia.
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