venerdì 9 luglio 2021

I compagni (1963) di Mario Monicelli

Torino, fine del 1800. Gli operai di un'industria tessile sono in scontro con i padroni a causa di un incidente sul lavoro, che ha acceso la miccia di un malcontento che da tempo covava sotto la cenere per le disumane condizioni lavorative. Da Roma arriva il Professor Sinigallia, sindacalista e agitatore sociale, che incita i lavoratori a far valere i propri diritti e organizza uno sciopero ad oltranza. I dirigenti della fabbrica reagiscono con altrettanta forza, reclutano dei crumiri portandoli dalla loro parte con ambigue promesse, mettono al bando Sinigallia cercando di danneggiarne la reputazione e fanno intervenire l'esercito per sedare i disordini. Negli scontri che nascono uno degli operai perde la vita e il professore viene incriminato di agitazione sediziosa. Ma intanto una nuova coscienza collettiva è nata nei lavoratori. Vibrante dramma di impegno civile di Mario Monicelli, scritto dal regista insieme ad Age e Scarpelli. E' un affresco lucido e malinconico che racconta la nascita delle lotte operaie e dei primi movimenti sindacali di matrice socialista nel nord Italia industrializzato alle soglie del XX secolo. Pur utilizzando il linguaggio tipico della commedia, di cui l'autore era assoluto Maestro, il film è denso di realismo, passione e indignazione; un ritratto accorato, sospeso tra ironia e tragedia, della Torino dell'epoca, forte di una ricostruzione ambientale impeccabile e di un cast di assoluto livello in cui spiccano Marcello Mastroianni (che ci offre una performance di sottile carica emotiva nei panni del Professor Sinigallia), Annie Girardot, Renato Salvatori, François Périer e Folco Lulli. Il film fu un totale insuccesso alla sua uscita, incompreso da pubblico e critica, per quanto il regista lo abbia sempre lodato come uno dei suoi lavori migliori, a cui era tra l'altro particolarmente affezionato. La prima prova oggettiva della sua qualità fu la candidatura ricevuta agli Oscar per la migliore sceneggiatura, che dimostrò la miopia dei critici nostrani. Col tempo la pellicola è stata parzialmente rivalutata ed è evidente, per un osservatore attento, la sua natura di opera intimamente monicelliana, già solo per l'idea di base di raccontare le vicende di un gruppo di persone che si cimentano in imprese ben oltre la loro portata. Da segnalare le musiche di Carlo Rustichelli e la presenza nel cast di una giovane Raffaella Carrà.

Voto:
voto: 3,5/5

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