lunedì 5 luglio 2021

L'udienza (1972) di Marco Ferreri

Amedeo, ex ufficiale in congedo, arriva a Roma per soddisfare la sua ossessione di farsi ricevere dal Papa, per parlare con lui in privato di una "importante questione". Cerca di farsi aiutare da Aiché, squillo di alto bordo, facendosi presentare diversi esponenti dell'alta società romana, con la speranza di trovare l'aggancio giusto. Ma nonostante la sua indomita perseveranza, ogni suo tentativo viene puntualmente respinto e frustrato da qualche pedante funzionario di turno. Corrosiva satira grottesca di Marco Ferreri, inizialmente orientato a realizzare un personale adattamento de "Il processo" di Kafka, ma poi costretto ad abbandonare il progetto per motivi economici legati ai costi di copyright. Ma partendo proprio da quell'idea l'autore ha concepito questa storia, da lui scritta insieme a Rafael Azcona e Dante Matelli, che è pienamente kafkiana nello spirito, pur discostandosi del tutto dal materiale narrativo del romanzo. Il risultato è una straniante farsa anticlericale densa di invenzioni sarcastiche (non tutte riuscite) e di personaggi bizzarri, intesi a tratteggiare un mondo surreale e metaforico che mette alla berlina il potere, sia religioso che politico (la derisione del pachidermico apparato burocratico che frena l'urgente impulso interiore del protagonista è, in tal senso, esemplare). Oltre ai suoi aspetti provocatori, a volte in maniera forzatamente strumentale, il film ha anche una sua lunare dimensione esistenziale fondata sulla disperata ricerca (e consequenziale assenza) di Dio (e quindi del Padre). Non tutto è perfettamente oliato nel meccanismo, a volte i toni sono troppo esasperati e si scivola nel parossismo manieristico, ma l'opera ha nerbo, ha scatto ed è tagliente come un rasoio nel suo intento beffardo. Nel cast segnaliamo Enzo Jannacci (che sostituì, a sorpresa e in extremis, il protagonista designato David Warner), Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Michel Piccoli. Poco apprezzata alla sua uscita in Italia, la pellicola ebbe invece ottimi riscontri di pubblico e critica in Francia, e venne premiata al Festival di Berlino con il Premio FIPRESCI.

Voto:
voto: 4/5

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