sabato 3 luglio 2021

Il sospetto (1975) di Francesco Maselli

Nel 1934, durante il ventennio fascista, Emilio, dirigente del PCI caduto in disgrazia e riparato in Francia, dove opera in clandestinità, viene richiamato a Torino dalla direzione del partito con lo scopo di stanare un presunto traditore presente nel direttivo cittadino, che fa la spia per la polizia segreta del regime. Emilio non è a conoscenza del suo ruolo di "esca" e non sa di essere sorvegliato anche dall'OVRA, organismo occulto di vigilanza e repressione dei nemici della dittatura fascista. Cupo dramma politico di Francesco Maselli (che lo ha anche scritto e sceneggiato insieme a Franco Solinas), di solido impegno civile e di pregnante connotazione liberale, a tratti verboso ma anche lucidamente sottile nella sua analisi critica, ovviamente indignato verso il clima di oscurantismo ideologico del ventennio fascista, ma parimenti polemico nei confronti della condotta morale dei vertici comunisti, di cui l'autore mette impietosamente a nudo le divisioni interne, le contraddizioni strutturali e la mancanza di visione collettiva. E' un film caustico e pungente, in bilico tra il documentario e la fiction, concettualmente militante nella sua critica costruttiva alla sinistra negli anni bui del fascismo, e denso di simboliche riflessioni sul contrasto tra libertà individuale e fedeltà dogmatica ad una causa. Ambientato in una Torino fredda e opaca, e costruito su uno schema narrativo geometrico che strizza l'occhio al giallo investigativo, si avvale di un grande cast di attori tra cui citiamo Gian Maria Volonté, Annie Girardot, Renato Salvatori e Gabriele Lavia. Pur fedele al suo spirito di opera intellettuale politicamente impegnata, il film non disdegna concessioni alla spettacolarità puramente cinematografica, che ne ammorbidiscono l'aspra severità teorica e lo rendono più fruibile per il pubblico generalista. Diversi critici non schierati a sinistra ci hanno voluto vedere un apologo contro il potere in generale, inteso come apolitico e in tutte le sue esasperazioni storiche. E' un punto di vista interessante e non privo di fondamenti di veridicità, come si può evincere ad una nuova visione odierna della pellicola, a mente fredda, animo sereno e ben distanti dal clima sociale "avvelenato" degli anni '70.

Voto:
voto: 3,5/5

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