Rachel, una giovane madre che sta accompagnando suo figlio a scuola in notevole ritardo, ha un alterco con un automobilista, Tom Cooper, per futili motivi di partenza ritardata alla luce verde del semaforo. Quello che la donna non può sapere è che Cooper, uomo depresso e disturbato con gravi problemi di gestione della rabbia, si trova decisamente nel suo "giorno sbagliato" e per lei e la sua famiglia sarà l'inizio di un sanguinoso incubo. Violento thriller urbano del tedesco Derrick Borte, che intende descrivere a tinte forti tutto l'orrore della società contemporanea in cui le voraci leggi del capitalismo su larga scala hanno imposto un modello di vita disumano, frenetico, competitivo, frustrante, egoistico e rancoroso: un quotidiano gioco al massacro dove molti sembrano essere sul punto di esplodere. Pur tra esagerazioni, effettismi brutali e forzature ideologiche, il tema della pellicola ha un suo oggettivo fondamento di verità, ma il suo intento di critica sociale appare velleitario e poco lucido, perchè al servizio di una logica di messa in scena spettacolare tipicamente hollywoodiana e di un divo come Russell Crowe che, imbolsito e a tratti decisamente spaventoso, riesce ad essere credibilmente efficace in un ruolo scomodo per la sua fama, ma finisce per cannibalizzare tutte le attenzioni, anche per colpa di una sceneggiatura che non brilla per originalità. E' pressoché inevitabile che la memoria corra immediatamente a Un giorno di ordinaria follia (Falling Down, 1993) di Joel Schumacher, un film molto simile a questo nelle premesse, nei temi e negli esiti, ma francamente più accattivante e riuscito nel suo intento di denuncia generalista. Completano il cast Caren Pistorius, Gabriel Bateman e Jimmi Simpson. Uscito in sala con notevole ritardo e con un numero di copie ridotte a causa della pandemia di covid-19, ha ottenuto comunque un discreto risultato al botteghino mondiale (probabilmente per il richiamo della presenza di Russell Crowe).
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