sabato 3 luglio 2021

Divina creatura (1975) di Giuseppe Patroni Griffi

Dal romanzo "La divina fanciulla" di Luciano Zuccoli. Il duca Daniele di Bagnasco, brillante riferimento culturale dell'alta società romana degli anni '20, perde la testa per una bellissima popolana, Manuela, con cui intreccia una passionale relazione amorosa. Un giorno, dopo una serie di voci che gli sono arrivate all'orecchio, il duca scopre che la ragazza fa la prostituta in una casa di tolleranza e che a spingerla su quella strada di perdizione è stato un suo cugino, anch'egli di nobile casata, dopo averla sedotta in età adolescenziale. La furia di Bagnasco cede presto il passo al suo desiderio per Manuela e l'uomo, pur di non perderla, accetta di condividerla con il losco cugino e con gli altri amanti occasionali. Melodramma storico a tinte erotiche di Patroni Griffi, che, tra suggestioni conturbanti, fascinosa ricostruzione d'epoca, stile calligrafico ed echi di ideologia femminista, esplora le tematiche ambigue del romanzo ispiratore traducendole in un affresco crudele, che intende esplicitare la sporcizia interiore di un mondo dai modi cortesi e dalla facciata impeccabile, ma si limita ad una denuncia dai toni blandi, più convenzionale che di sostanza, fin troppo seriosa e qua e là pruriginosa in maniera "sospetta". Alla sua uscita il film fece scalpore per una lunga sequenza di nudo integrale (di circa 7 minuti) di Laura Antonelli, icona sexy di quegli anni che era solita attirare il grande pubblico in sala per la sua bellezza statuaria e per i suoi ruoli tipicamente "scollacciati", in cui nulla veniva lasciato all'immaginazione. Gli elementi più riusciti della pellicola sono le efficaci interpretazioni degli attori principali (in particolare Terence Stamp e Marcello Mastroianni), l'apparato tecnico eccellente (tra cui ricordiamo la colonna sonora di Ennio Morricone) e le modifiche apportate dal regista al testo originale di Zuccoli che, da un lato, conferiscono alla vicenda un respiro sociale (e di costume) che guarda alla realtà italiana di quegli anni e, dall'altro, la permeano di sinistre ombre politiche che alludono all'imminente regime fascista ormai in ascesa inarrestabile, a fare da contrappunto storico al tragico epilogo, a cui tuttavia l'autore non nega una tenua luce di speranza, relativamente al personaggio femminile.

Voto:
voto: 3/5

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