lunedì 15 maggio 2023

Bussano alla porta (Knock at the Cabin, 2023) di M. Night Shyamalan

Dal romanzo "La casa alla fine del mondo" ("The Cabin at the End of the World") scritto da Paul G. Tremblay. Eric e Andrew sono una coppia omosessuale che ha adottato una bambina, la piccola e dolce Wen, particolarmente sensibile e intelligente. La famiglia vive felicemente in un'isolata casa nei boschi, ben distante dai centri abitati. Ma un giorno l'arrivo improvviso di quattro strani tipi a loro sconosciuti, li farà piombare in un terribile incubo. Guidati dall'enorme Leonard, tanto gentile nei modi quanto minaccioso nell'aspetto, il gruppo di estranei intende costringere i due uomini, in qualunque modo, a compiere una scelta tragica e dolorosa per evitare l'inizio di un'imminente apocalisse che porterà alla fine del mondo. I quattro sono fermamente convinti della loro tesi e sono disposti a tutto per portare a termine la loro missione, ritenendosi una sorta di emissari divini in terra. Ma sono pazzi, fanatici oppure nelle loro agghiaccianti parole c'è qualcosa di vero? Questo thriller surreale, scritto e diretto da M. Night Shyamalan, parte come un atipico home invasion (perchè tale è la natura dei misteriosi invasori, che non sembrano affatto cattivi, ma sono spaventosi per la loro cieca fede che si traduce in spietata determinazione) e si trasforma gradualmente prima in un horror psicologico, che gioca con emozioni comuni, affetti familiari e paure ancestrali, e poi in una tragedia sovrannaturale in bilico tra moralismo e misticismo. I contrasti tra ragione e fede, etica e violenza, terreno e sovrumano (già declinati in varie forme durante la filmografia del regista indiano), vengono qui spinti alle estreme conseguenze in una escalation drammatica che intende frastornare ed inquietare lo spettatore, facendogli provare le medesime sensazioni della famiglia protagonista. Alla fine non tutto torna e non tutto convince, specialmente nelle svolte di una sceneggiatura non priva di forzature ed elementi contorti. Ma alcune sequenze sono particolarmente riuscite, così come è felice la saggia scelta di non addentrarsi in un eccesso di capziose spiegazioni (che avrebbero ulteriormente peggiorato la situazione). Anche le scelte di casting si rivelano generalmente azzeccate, specialmente per quanto riguarda la piccola Kristen Cui ed il gigantesco Dave Bautista (ex wrestler solitamente impiegato in ruoli da caratterista in film action), che incarna con sorprendente efficacia ed inquietante calma il ruolo (simbolico) di originale "orco" in questa nuova favola oscura dell'autore. Ma la cosa che fa più storcere il naso è la ruffiana concessione al dilagante politicamente corretto hollywoodiano (assai di moda negli ultimi anni), che si esplica nella scelta di una famiglia "non tradizionale" come agnello sacrificale ed arbitro supremo dei destini del mondo. Una scelta che, così ammantata di edificante ipocrisia, sa un po' di presa in giro per il pubblico.
 
Voto:
voto: 3/5

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