venerdì 26 maggio 2023

Senso '45 (2002) di Tinto Brass

Nel Marzo 1945, quando ormai la seconda guerra mondiale volge al termine e la disfatta di Mussolini è dietro l'angolo, Livia Mazzoni, moglie infedele di un gerarca fascista, fa un viaggio da Asolo a Venezia per raggiungere il suo amante Helmut Schultz, ufficiale nazista delle SS che l'ha irretita in un rapporto sessualmente perverso. Durante il tragitto, suddiviso in varie tappe e diversi flashback, la donna rievoca (non senza imbarazzo) le vicende del suo amore proibito. E proprio come lei tutto il mondo che le sta intorno cade in disfacimento, avviato verso un baratro inevitabile. Questo dramma storico erotico di Tinto Brass è il secondo adattamento cinematografico della breve novella "Senso" di Camillo Boito. Il primo è ovviamente l'omonimo film di Luchino Visconti del 1954, che è uno dei massimi capolavori del cinema italiano. Sarebbe inutile, impietoso e indecoroso azzardare paragoni tra le due opere, e quindi non lo faremo. E non è certo un caso che Brass decida di spostare l'azione dall'originale Risorgimento ottocentesco al periodo buio della Repubblica di Salò, pur mantenendo inalterata l'atmosfera di decadenza di un contesto storico che sta cambiando radicalmente e tragicamente. Ma, nonostante l'evidente intento di realizzare un film più serio rispetto ai suoi standard, l'autore inciampa nuovamente nel suo abituale erotismo godereccio all'amatriciana, sbilanciato verso la volgarità piuttosto che verso la sensualità. Il sesso esibito in maniera "ginecologica" e i dialoghi di rozza trivialità fanno il resto. Peccato. Perchè le musiche di Ennio Morricone sono lodevoli, così come la fotografia cupa di Daniele Nannuzzi (con alternanza di colore e bianco e nero) che incornicia degnamente la caduta rovinosa di un ideale eletto a sistema. E la protagonista Anna Galiena è attrice vera e non soltanto un corpo da esibire. Non si può dire altrettanto di Gabriel Garko, che sfoggia una chioma platinata per l'occasione: bello, torvo, dannato, ma assolutamente inespressivo. E quando Brass si fa prendere la mano e cita spudoratamente Roma città aperta (1945) di Rossellini, si capisce che la misura è stata superata. E anche il "senso".

Voto:
voto: 2/5

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