lunedì 22 maggio 2023

Ocean's 8 (Ocean's Eight, 2018) di Gary Ross

Debbie Ocean, sorella minore di Danny, ladro "gentiluomo" specializzato in "colpi grossi" e da tempo dato per morto,  esce dal carcere dove ha scontato 5 anni per truffa e si rimette subito "al lavoro", con il desiderio mai sopito di superare la fama del più celebre fratello. L'obiettivo del furto è una preziosa collana di diamanti dal valore smisurato, chiamata Toussaint, che sarà esposta per un'occasione mondana al Metropolitan Museum di New York. Le misure di sicurezza sono al limite dell'inviolabile e per questo il piano, ad altissimo rischio, va preparato in ogni minimo dettaglio. Debbie ha in testa tre idee su cui non intende mediare: rubare la collana, superare il fratello e mettere in piedi una banda di sole donne. Per questo si rivolge alla sua vecchia amica di imprese criminose, la bionda motociclista Louise detta "Lou", e con il suo aiuto assolda una variopinta gang eterogenea di femmine "toste", ciascuna con una peculiare abilità tecnica. Ma non mancheranno le sorprese. Questo heist movie scritto e diretto da Gary Ross è una via di mezzo tra il sequel e lo spin-off della saga di rapinatori nota come "trilogia Ocean's", realizzata da Steven Soderbergh tra il 2001 e il 2007, ed interpretata da star come George Clooney, Brad Pitt, Julia Roberts e Matt Damon. L'idea, fedelmente alla nuova moda hollywoodiana post #me_too, è quella di rivitalizzarne i fasti con una versione tutta al femminile e con un cast di pari livello divistico. Se il secondo obiettivo è in buona parte raggiunto grazie all'appeal e alla bravura di attrici come Sandra Bullock, Cate Blanchett, Anne Hathaway, Helena Bonham Carter, Dakota Fanning, Sarah Paulson, Rihanna e Awkwafina, bisogna anche riconoscere che questo film arzigogolato, derivativo e talvolta impacciato, arriva decisamente fuori tempo massimo e senza troppe idee. Per fortuna l'ironia stravagante, che era uno dei tratti distintivi dei tre film di Soderbergh, non viene abbandonata, rendendo così la visione leggera e scorrevole, sebbene per nulla originale e meno che mai imprevedibile negli esiti. Anche il "femminismo" che pervade la pellicola è alquanto stereotipato e di maniera, ma la chimica tra le varie interpreti e le loro divertenti interazioni riescono in parte a soccorrere le magagne di una sceneggiatura semplicistica e manichea. La Blanchett, che è attrice di categoria superiore, riesce a regalare lampi della sua classe luminosa anche in un prodotto "di cassetta" come questo, grazie alla sua innata dote di essere sempre a suo agio e di saper fare ironia anche su se stessa. La Bonham Carter è sul limite della macchietta involontaria, mentre la Hathaway, Awkwafina e Rihanna risultano impeccabili nei rispettivi ruoli. La vera sorpresa è Mindy Kaling, la meno conosciuta del gruppo, mentre la Bullock è un po' troppo "ingessata" e perde nettamente la sfida a distanza con Clooney.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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