All'inizio degli anni '80, in piena "guerra fredda", l'URSS avvia azioni intimidatorie di riarmo al confine tra le due Germanie, separate dal muro di Berlino. Gli USA, supportati dalle forze alleate della NATO, non si fanno intimidire dando così inizio ad un braccio di ferro sempre più folle che, in breve, conduce ad una escalation di attacchi e contrattacchi tra le due super potenze nemiche sul territorio europeo. In un terribile giorno di metà settembre la situazione diventa incontrollabile e scoppia la terza guerra mondiale, con una serie di bombe atomiche che colpiscono il territorio americano. Il film ci mostra i tragici eventi del prima e, soprattutto, del dopo lo scoppio delle testate nucleari in una cittadina di provincia del Kansas, in cui tutto precipita improvvisamente in un nuovo medioevo di dolore, miseria, morte e terrore. Tutti quelli che hanno vissuto gli anni '80 ricordano perfettamente che la più grande paura, di tanto in tanto evocata dai notiziari, dai libri e dagli eventi storici, era quella dell'apocalisse nucleare causata dallo scoppio di una terza guerra mondiale, che avrebbe inevitabilmente riportato il mondo civilizzato indietro nel tempo, in un'età barbara e violenta. Questo piccolo film, realizzato dall'emittente americana ABC e nato come prodotto televisivo, ha avuto il "merito" di cavalcare per primo l'onda di questo arcano timore, raccontando per immagini quello che tutti, in un modo o nell'altro, avevano immaginato. Si tratta essenzialmente di un "B-movie", prodotto con pochi mezzi, effetti speciali artigianali che oggi faranno sorridere il pubblico moderno e senza troppe pretese. Le sequenze belliche di distruzione di massa vennero girate riciclando parti di altre pellicole catastrofiche, o inserendo fotogrammi di autentici filmati amatoriali (come quelli del dopo Hiroshima) o con l'utilizzo di fondali dipinti ripresi in stop motion. Niente di memorabile insomma, eppure, vuoi per la maggiore ingenuità degli spettatori di quell'epoca, vuoi per la furbizia di toccare un nervo generalmente scoperto, vuoi per l'efficacia drammatica della seconda parte che illustra la vita dei sopravvissuti, l'opera ebbe un forte impatto ed un grande successo commerciale; soprattutto in Europa, dove venne proiettato al cinema avvalendosi di una martellante campagna pubblicitaria. La stessa RAI lo mandò in onda un anno dopo la sua uscita nelle sale, nell'autunno del 1984, ottenendo un enorme indice di ascolto. Dati alla mano è innegabile che l'operazione, di evidente ruffianeria catastrofica, è stata un perfetto modello vincente di marketing e di business. Al di là delle legittime perplessità bisogna dire che qualcosina da salvare c'è, a cominciare dalle buone interpretazioni di un cast di tutto rispetto che annovera Jason Robards, John Lithgow, Steve Guttenberg, John Cullum, Amy Madigan e JoBeth Williams. E anche la saggia decisione di non mostrare chi sia stato il primo "a sparare" è una nota di merito non da poco, specialmente in anni come quelli. Ovviamente, tre anni dopo, per non essere da meno degli americani, anche l'Unione Sovietica realizzò il suo film sull'olocausto nucleare.
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