mercoledì 24 maggio 2023

Nostalgia (2022) di Mario Martone

Dopo quasi 40 anni trascorsi in Nord Africa, Felice, imprenditore di successo, ritorna nella città (Napoli) e nel quartiere (il rione Sanità) in cui è nato e da cui è fuggito, appena quindicenne, lasciandosi alle spalle un'adolescenza vissuta al limite della legalità, tra problemi atavici delle zone più povere della metropoli partenopea ed amicizie pericolose. Felice si sente inizialmente spaesato, ma, gradualmente, immerso in una realtà che gli è sempre rimasta nell'animo, recupera antichi ricordi, si riappropria di una lingua che aveva accantonato (il napoletano), riabbraccia la vecchia madre che non si è mai mossa dal piccolo "basso" in cui abitava ed inizia a frequentare un giovane prete coraggioso che combatte quotidianamente per strappare i giovani del quartiere dalle grinfie fameliche della Camorra. Ma, dopo essersi reintegrato, Felice ha il bisogno impellente di fare i conti con il suo passato, e si mette alla ricerca di Oreste, il suo amico fraterno di gioventù, che fu la causa principale della sua fuga all'estero e che adesso è diventato un boss della malavita. La prima definizione che il dizionario Treccani dà della parola "nostalgia" è: "desiderio acuto di tornare a vivere in un luogo che è stato di soggiorno abituale e che ora è lontano". E, non a caso, l'undicesimo lungometraggio di Mario Martone, ispirato al romanzo omonimo di Ermanno Rea, porta questo titolo emblematico che contiene già in sé il senso intimo della vicenda. Ma questo dramma malinconico dai risvolti "neri", scritto da Martone insieme a Ippolita Di Majo, è anche una grande storia d'amore. L'amore del regista per la sua città e per uno dei suoi quartieri più rappresentativi, un microcosmo di vicoli e antichi palazzi pulsanti di vita, che costituisce una sorta di sineddoche dei mali, delle pulsioni, degli slanci, delle tensioni, delle speranze e delle contraddizioni che da sempre caratterizzano Napoli. L'autore si abbandona, proprio come il suo protagonista, al sentimento dolce amaro della nostalgia per raccontare una storia dal respiro universale che ci parla dell'importanza delle radici, dell'impossibilità di fuggire dal proprio passato e dell'ineluttabilità del destino che ciascuno di noi si porta dentro fin dalla nascita. Il lento vagare di Felice attraverso l'antica immobilità dei vicoli della Sanità, alla ricerca di quell'incontro con il vecchio compagno di malefatte Oreste, che per lui rappresenta, al tempo stesso, un polo della discordia ed un magnete di irresistibile attrazione, ricorda un po' il viaggio allegorico nei meandri oscuri della propria coscienza raccontato da Joseph Conrad in "Cuore di tenebra" e da Francis Ford Coppola in Apocalypse Now. La Napoli di Nostalgia è più che mai un quadrivio di culture e di destini, un po' New York e un po' Babilonia, in cui da sempre coesistono vita e morte, luce e ombra, passione e cinismo, bene e male, fede e superstizione, sacro e profano, orrido e sublime. Martone riesce a creare, anche grazie alla fotografia evocativa di Paolo Carnera ed alle musiche dei Tangerine Dreams, una sorta di atmosfera da limbo sospeso, in cui il tempo sembra essersi fermato e l'unica cosa che conta sono i sentimenti struggenti provati dal protagonista. Tra le tante sequenze memorabili della pellicola vale la pena menzionare: le passeggiate notturne di Felice immerso nel silenzio dei vicoli di Napoli, l'incontro con Oreste e, soprattutto, il bagno alla vecchia madre, un momento di autentica poesia. Nel cast svetta il solito grande Pierfrancesco Favino (che ci regala una nuova interpretazione da incorniciare), seguito a ruota da Tommaso Ragno, Francesco Di Leva e Aurora Quattrocchi. Nostalgia è stato presentato (in concorso) al Festival di Cannes e scelto come film italiano dell'anno per concorrere agli Oscar, dove però non è riuscito a entrare nella cinquina finale.

Voto:
voto: 4/5

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