lunedì 22 maggio 2023

Rosa Scompiglio e i suoi amanti (Rambling Rose, 1991) di Martha Coolidge

Negli anni '30, in una piccola cittadina della Carolina del Nord, la famiglia Hillyer accoglie in casa come domestica la giovane Rose, campagnola graziosa e trasandata, che si presenta alla loro porta con una valigia di cartone tenuta insieme da uno spago, i capelli arruffati e uno sguardo di disarmante dolcezza. In fuga da un torbido passato di violenze e abusi, su cui il capofamiglia e sua moglie decidono pudicamente di non indagare mai più di tanto, la ragazza sboccia rapidamente e finisce per affascinare tutti con la sua bellezza, il suo sorriso ed i suoi modi sempre in bilico tra la radiosità e la malizia. Il giovane Buddy, primogenito degli Hillyer, perde la testa per Rose, che diventa l'ossessione verso cui si rivolgono prepotenti tutti i suoi turbamenti adolescenziali. Ma ben presto la donna inizia a diventare un caso "scandaloso" per l'intera comunità, per i suoi abiti succinti, il suo fare disinvolto e le attenzioni che tutti i maschi del paese le rivolgono costantemente. Questo dramma d'epoca di Martha Coolidge, sceneggiato da Calder Willingham, autore del romanzo omonimo da cui è tratto, è un lieve affresco sociale sui costumi (arretrati e bigotti) della provincia del Sud degli Stati Uniti durante il periodo della Grande Depressione. Le intenzioni di mettere in scena una critica al perbenismo dei moralisti ed un inno all'emancipazione femminile non si traducono però pienamente in un risultato concreto, limitandosi principalmente alla forza dei singoli personaggi e alla bravura delle rispettive attrici. Rose è una ragazza istintivamente libera ma anche disturbata, che confonde facilmente il sesso con l'affetto a causa dei traumi subiti. Mamma Hillyer è invece una donna un po' svagata, ma anche compassionevole, solidale e granitica nei suoi principi di tolleranza e di inclusione e la sua difesa della dignità delle donne (di tutte le donne) è il cuore ideologico del film. Peccato però che sia la scrittura che la regia risultino troppo descrittive, convenzionali, didascaliche e poco sfumate per riuscire davvero a scalfire al di là dell'elegante superficie, di indubbia confezione pregevole. L'opera vale essenzialmente per il cast, in cui, oltre al fuoriclasse Robert Duvall, spiccano le intense Laura Dern e Diane Ladd, entrambe candidate all'Oscar per l'occasione. Le musiche, come al solito impeccabili, sono del grande Elmer Bernstein. La pittoresca traduzione italiana del titolo originale è in linea con il tono illustrativo dell'opera.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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