Nella rovente estate del 1979, in una desolata area rurale del Texas, alcuni giovani alla guida di un furgone raggiungono la casa di campagna di due anziani coniugi (Howard e Pearl), da cui hanno affittato una dependance prospiciente. Howard è scorbutico, rozzo e totalmente devoto alla moglie Pearl, che, sotto una calma apparente, nasconde frustrazione e rimpianto per la sua giovinezza svanita e per i desideri vitali che ancora prova prepotentemente. Ma quello che i due non sanno è che il vero scopo del viaggio degli occasionali "turisti" è quello di girare un film porno a basso costo, intitolato "The Farmer's Daughters" ("Le figlie del fattore"), sotto la guida di un improbabile produttore (Wayne) e di un regista con vane ambizioni di autore. Tra le improvvisate "attrici" la vivace Maxine attira l'attenzione di Pearl, che rivede in lei qualcosa della sè stessa giovane, e ben presto la promiscuità tra i due inconciliabili gruppi darà il via ad una spirale di sanguinosa violenza. Solido horror, cruento, citazionista e vintage, scritto e diretto con mano sapiente e vena nostalgica da Ti West, che omaggia con deferenza e passione le atmosfere ruvide e lascive degli anni '70 ed i classici del cinema di paura usciti in quel periodo, guardando principalmente a Tobe Hooper ed al suo celeberrimo The Texas Chainsaw Massacre (1974). L'operazione eseguita dal regista è tanto minuziosa quanto intelligente, specialmente nell'utilizzo goliardico del metacinema, nella rievocazione delle suggestioni d'epoca e nella messa in gioco di una molteplicità di temi interessanti declinati attraverso i contrasti: giovinezza contro vecchiaia, liberismo sessuale contro moralismo bigotto, libidine contro senso del peccato e, ovviamente, i nuovi costumi tipici delle grandi città contro la rude arretratezza reazionaria della provincia. Anche la scelta dell'anno di ambientazione, il 1979, ovvero la fine del decennio trasgressivo e l'inizio del periodo dell'AIDS, non è affatto casuale. Ed è stimolante anche l'accostamento tra repressione sessuale e violenza, così come la riflessione sui desideri erotici durante la così detta terza età. La seconda parte del film, "doverosamente" dedicata all'azione ed alla "mattanza", è ben più convenzionale della prima; ma anche qui Ti West dimostra di avere il genere horror nelle sue corde. Nel cast brilla oltre modo la britannica Mia Goth, dalla bellezza particolare e dal viso più che mai adatto per questo tipo di pellicole, che addirittura si cimenta nel doppio ruolo di Maxine/Pearl, ovvero l'eroina e la sua nemesi. Per "diventare" la vecchia Pearl in modo credibile, Mia Goth ha dovuto sottoporsi a circa 10 ore di pesante trucco prostetico per ogni giornata di riprese, e bisogna ammettere che la "trasformazione" è effettivamente impressionante. Il film, che ha avuto buoni riscontri di pubblico e critica, ha dato origine ad una trilogia: ne è già uscito il prequel, Pearl (2022), girato in parallelo per diminuire i costi produttivi, ed è in lavorazione il sequel, MaXXXine, sempre con la regia Ti West e Mia Goth assoluta protagonista.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento